Palermo, 8 Gen. – Sotto l’albero di Natale i coniugi Matranga hanno trovato un dono arrivato direttamente dalla terra dei canguri, l’Australia, dove vivono dei loro parenti. Peccato che il regalo sia costato loro 11,45 euro.
Così, dopo essere stati cotretti a rinfondere il denaro all’ignaro portiere dello stabile palermitano in cui vivono, hanno contattato la nostra redazione per raccontarci questa assurda vicenda.
“Non contesto il pagamento dei 2,50 euro di dogana – ci ha detto Rino Matranga – ma quello dei 3 euro di spese postali e dei 5,95 euro di Iva”.
Insomma, per ricevere un canvas hat (tipico cappello australiano) e un calendario, i signori Matranga hanno dovuto sborsare 11,45 euro in totale. E non perché il loro cugino non avesse, a sua volta, pagato le spese dovute. Anzi.
“Dato che una cosa del genere ci era già capitata una volta, sei mesi fa, sempre con un pacco arrivato dall’Australia – ha proseguito il signor Matranga – questa volta ci siamo chiesti se fosse la prassi e ne abbiamo fatto una questione di principio”.
Non appena è arrivato il pacco, infatti, i due hanno chiamato il numero verde delle Poste Italiane. Un operatore gli ha consigliato di presentare un reclamo nel più vicino ufficio postale. In via Leonardo da Vinci, un’impiegata ha dato loro – come probabile motivazione del disguido – la possibilità che al Centro di Smistamento di Linate, dove è arrivato il pacco, non avessero capito che si trattasse di un regalo.
Peccato che, nella bolla di accompagnamento del pacco, fosse stata sbarrata proprio la casella su cui c’è scritto “gift”. Ma gli italiani, si sa, sono un po’ scarsi nella comprensione delle lingue straniere, specialmente dell’inglese.
Qualche giorno dopo, sempre la stessa impiegata (che, nel corso di un successivo contatto telefonico, non ha voluto rilasciare le sue generalità al signor Matranga), ha addotto un’altra motivazione: “Forse non hanno capito quale fosse l’origine della merce”.
“Frase del cui significato siamo noi a non comprendere il senso” hanno chiosato i signori Matranga.
In ogni caso, proprio in questi giorni è stato presentato il reclamo consigliato e, sempre all’ufficio postale di via Leonardo Da Vinci, l’impiegato che lo ha preso in carico ha fatto sapere che passerà del tempo (non meglio… quantificato) prima di avere una risposta.
“Vorrei solo evitare di dover pagare ancora per ricevere un altro regalo dall’Australia – ha concluso il signor Matranga – Sa com’è, i miei nipotini hanno visto il cappello e ne vorrebbero uno (a testa) anche loro”.
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