Palermo retrocesso in B e Lo Monaco presidente
Fonti vicine alla societa’ di Viale del Fante sembrerebbero confermare le voci girate negli ultimi giorni. Zamparini avrebbe (il condizionale e’ d’obbligo) deciso insieme all’ex DS Lo Monaco la retrocessione del Palermo in Serie B.
di redazione
Fonti vicina alla società di Viale del Fante sembrerebbero confermare le voci che sono girate negli ultimi giorni. Zamparini avrebbe (il condizionale è d’obbligo) deciso insieme all’ex DS Lo Monaco la retrocessione del Palermo in Serie B. Alla base dell’accordo la necessità di ricostruire il progetto sportivo del Palermo con risorse sicuramente inferiori rispetto a quelle messe in campo dal patron Zamparini in questi anni.
La rottura tra Zamparini e Lo Monaco, sarebbe quindi “finta”? Sembrerebbe di si, perchè per poter ricoprire il ruolo di nuovo Presidente dei rosanero, bisognava non dare in pasto alla piazza “inferocita” (per gli scarsi risultati), il dirigente rosa dal passato catanese. Quella che sembrava una storia da fantacalcio, potrebbe non esserlo e Zamparini sarebbe quindi libero di lasciare Palermo come fece a Venezia. Ai tempi della laguna, il Presidente non sarebbe riuscito ad avviare operazioni commerciali in città soddisfacenti, adesso invece difronte l’impossibilità di portare avanti il progetto del nuovo stadio, Zamparini dopo la costruzione del centro commerciale vicino al centro di Palermo, avrebbe perso motivazione imprenditoriale a “vivere” l’avventura di Presidente dell’US Città di Palermo.
A conferma di quanto ipotizzato l’assoluta serenità di Lo Monaco nell’accettare la “sospensione” dalla carica di DS e le ultime dichiarazioni di Maurizio Zamparini prima del modesto pareggio casalingo con il Pescara: “La serie B non sarebbe una tragedia“. Una frase che solo un Presidente poco innamorato della propria squadra puo’ fare, i tifosi la pensano diversamente, ma attanagliati dalla paura di un futuro incerto, piangono con un occhio e soffrono in silenzio e nemmeno i gruppi organizzati del tifo rosanero riescono a contestare (come sudditi) il loro “Patron”.