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di redazione
Palermo, 18 apr. – Un poliziotto della Squadra Mobile di Palermo e’ sotto inchiesta per favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra. L’uomo, del quale non sono state rese note le generalita’, e’ stato interrogato dai pm del pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e ha respinto le accuse, sostenendo che Calogero Di Stefano (questo il nome del presunto boss che sarebbe stato agevolato) gli avrebbe passato alcune informazioni riservate sulla vita della cosca di San Lorenzo. I pm Gaetano Paci, Lia Sava e Francesco Del Bene non ritengono plausibile questa versione e sostengono che sarebbe avvenuto il contrario: sarebbe stato cioe’ il poliziotto a dare notizie al mafioso e non viceversa. L’indagato infatti non si occupava di investigativa ma svolgeva mansioni amministrative. Calogero Di Stefano fu fermato il 30 novembre, assieme ad altre 14 persone, nell’ambito dell’operazione antimafia contro il clan mafioso capeggiato da Giulio Caporrimo, considerato il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo al vertice del mandamento di Tommaso Natale. Di Stefano, ex rappresentante legale del Movimento cristiano lavoratori, avrebbe preso invece il posto, in Cosa nostra, di Giuseppe Liga, anche lui ex dirigente del Mcl e finito in cella nel marzo 2010, perche’, come Caporrimo, avrebbe assunto un ruolo di vertice dopo l’arresto dei Lo Piccolo.
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