Attivata la modalità reset il Palermo riparte da Perinetti e Malesani: una rivoluzione nella rivoluzione. Inutile ribadire l’importanza della gara odierna fondamentale per il destino dei rosanero. Malesani, all’esordio al Barbera, punta forte sulla vecchia guardia. Nel 3-5-2 scelto dal nuovo tecnico tornano a centrocampo Donati e Rios (insieme a loro il solito Barreto); vengono invece confermati sulle fasce Nelson (autore di una buona prestazione contro l’Atalanta) e Dossena. In avanti fiducia a Dybala e Fabbrini. A loro Malesani affida il compito di restituire al Palermo una vittoria che manca da troppo tempo. Il Pescara opta invece per un 3-4-3 con Casprari, Celik e Caraglio a comporre la linea offensiva e con il sorprendente Perin quale ultimo baluardo della difesa.
Il primo tempo riserva ai tifosi palermitani poche emozioni. I primi trentacinque minuti procedono così tra sbadigli e colpi di sonno. Il Pescara – attento e ordinato- rimane tutto dietro la linea della palla riuscendo per alcuni tratti persino a imporre gioco.
D’Agostino detta i tempi alla squadra; Celik e Zanon bloccano le folate offensive di Dossena.
Il Palermo invece non riesce proprio ad entrare in gara. La sensazione è che i rosanero preferiscano mantenere le posizioni piuttosto che provare a proporre gioco. Il pressing è praticamente inesistente.
Inaspettatamente sul finire del primo tempo i rosanero sfiorano il vantaggio.
Al ’35 minuto Fabbrini si beve la difesa abruzzese riuscendo a servire in area di rigore un assist filtrante per Dybala. Il giovane attaccante argentino- solo davanti a Perin- sbaglia il controllo fallendo una clamorosa occasione da goal.
Nella ripresa il Palermo torna in campo con lo stesso undici. Nel Pescara invece l’ex laziale Luciano Zauri sostituisce Cosic.
Per i primi venti minuti della ripresa il Palermo resta ingabbiato tra le maglie bianco azzurre. Al ’56 Malesani richiama allora Dybala inserendo al suo posto Boselli (subito pericoloso con un bel colpo di testa).
A fare la partite è però ancora il Pescara. Celik svaria sulla fascia sinistra costringendo Dossena a retrocedere – spesso e volentieri- sulla linea dei difensori.
Al ’65 Bergodi sceglie Bjarnanson come sostituto di Caprari. È proprio il nuovo entrato a regalare al ’70 minuto il gol del vantaggio alla squadra abruzzese. Una punizione splendidamente battuta da D’Agostino regala un cross al numero 8 del Pescara che di testa batte Sorrentino.
Il goal dell’uno a zero subìto dal Palermo scatena così la rabbia dei (pochi) tifosi presenti sugli spalti. Contestato a gran voce è soprattutto il presidente Zamparini.
Al ’76 Kurtic subentra ad uno spento Donati. L’ingresso dello sloveno regala ai rosa un piglio diverso. A migliorare è soprattutto la circolazione della palla.
All’80 minuto arriva così il goal del pareggio. Fabbrini raccoglie un assist di Munoz in area di rigore e di piatto batte Perin.
Il Palermo sulle ali dell’entusiamo tenta l’assalto finale. Malesani fa entrare anche Formica al posto di Nelson con l’obiettivo di dare ai rosa una marcia in più.
Nonostante gli sforzi però i rosa non vanno oltre l’uno a uno ottenendo un pareggio che, alla luce dei risultati di oggi, appare praticamente inutile.
Difficile segnalare miglioramenti nel gioco dei rosanero. Troppo poco il tempo a disposizione di Malesani per dare forma al suo Palermo.
Con il pareggio odierno i rosa raggiungono quota 18 punti rimando (per la seconda domenica consecutiva) ultimi in classifica. Consolatorio il fatto che le lunghezze dal quartultimo posto restino solo quattro. Seppur non definitivamente pregiudicata la situazione resta comunque molto preoccupante. Prossima “ultima spiaggia” sarà la gara esterna contro il Chievo.
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