Ha attraccato al porto di Palermo la nave umanitaria Aquarius di “Sos Méditerranée”. A bordo 606 migranti soccorsi in sette operazioni, tra i quali 241minori (178non accompagnati), 11 donne incinte e un neonato.
Questo è il primo grande sbarco di persone che provengono anche da zone di guerra e dell’Africa centrale (Siria, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen) nell’ultimo mese.
“Un naufrago su tre è bambino o adolescente”, ha confermato Madeleine Habib,coordinatrice Sar (Search and Rescue) di Sos MéditerranéeTra loro anche un migrante originario della Turchia; 50 sono i richiedenti asilo siriani in fuga dalla Libia, tra i quali intere famiglie con bambini e due donne incinte al nono mese di gravidanza.
“Saranno smistati nei centri di prima accoglienza presenti in città e provincia – spiega l’assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo, Giuseppe Mattina – ma anche in qualche altra struttura disponibile in provincia di Agrigento. Qui resteranno per un periodo massimo di 60 giorni per poi essere trasferiti nei centri di seconda accoglienza dove restano fino alla maggiore età”.
Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure, un giovane porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete. Numerose donne di origine subsahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali.
“Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni. Ma presto in questo Paese tutto è diventato caotico, non ci sono più soldi, né lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani” ha spiegato un siriano ai volontari della ong.6h
“In Libia, se vedono Siriani dicono ‘dammi i soldi’. Mi hanno rubato la macchina. È uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta: il mio passaporto era scaduto, era il mare o la morte” ha continuato il testimone siriano, che desidera chiedere asilo in Germania, dove si trova una parte della sua famiglia.
“Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore dimostrano che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza in Libia. In mancanza di un’alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare più mortale al mondo” afferma Valeria Calandra, presidente di Sos Méditerranée Italia.
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