Sono state liberate questo pomeriggio dall’equipaggio della Goletta Verde di Legambiente, a largo della spiaggetta di Sant’Erasmo a Palermo, due esemplari di tartaruga Caretta caretta, salvate nei mesi scorsi e curate presso il “Centro di Referenza Nazionale sul benessere, monitoraggio e diagnostica delle malattie delle tartarughe marine” dell’Istituto Zooprofilattico della Regione Siciliana.
Prima di essere rimessa in mare dai volontari di Legambiente, ad uno dei due esemplari di tartaruga è stato agganciato un dispositivo di geolocalizzazione che permetterà ora di monitorare il suo viaggio nel Mediterraneo, in modo da studiarne i comportamenti e gli spostamenti.
Alle tartarughe, un maschio e una femmina, è stato dato il nome di Paolo e di Emanuela, in memoria del magistrato Paolo Borsellino e della sua agente di scorta Emanuela Loi, morti nella strage di via D’Amelio.
“Così come lo scorso mese di maggio abbiamo voluto dare alla tartaruga che abbiamo liberato il nome di Giovanni, in memoria di Falcone e della strage di Capaci, oggi abbiamo voluto ricordare Paolo Borsellino e Emanuela Loi in prossimità dell’anniversario della strage di via D’Amelio – spiega Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -. È un modo per ricordare i nostri concittadini uccisi dalla mafia con un messaggio di speranza e di riscatto per questa terra”.
Ogni anno circa 50mila esemplari di tartarughe marine vengono catturati accidentalmente nei mari italiani; verosimilmente oltre 10mila non sopravvivono; la maggior parte viene liberata in mare direttamente dai pescatori mentre alcune centinaia vengono curate nei centri di recupero distribuiti lungo le nostre coste. Il progetto europeo TartaLife finanziato attraverso il programma LIFE+, che ha l’obiettivo di ridurre la mortalità delle tartarughe marine durante le attività di pesca professionale, indica il mare Adriatico quale area a maggior rischio (con circa 24mila episodi di cattura all’anno) per le tartarughe marine che frequentano in massa quest’area caratterizzata da bassi fondali ricchi di nutrimento. Tuttavia, anche nel Canale di Sicilia, nello Ionio, nel basso Tirreno e le catture accidentali di tartarughe marine sono tutt’altro che rare.
Il rischio maggiore è rappresentato dalle reti da posta utilizzate dalla piccola pesca costiera e dalle reti a strascico – responsabili di oltre 20mila episodi di cattura ciascuno – e dai palangari che, con oltre 8.000 catture anno rappresentano uno degli attrezzi da pesca più impattanti.
Negli ultimi anni la conservazione della Caretta caretta, la specie più comune nelle nostre acque inserita nella Direttiva Habitat e protetta da numerose Convenzioni internazionali, ha assunto un aspetto strategico per il bacino Mediterraneo. I pericoli principali per la conservazione della specie sono rappresentati dalle catture accidentali attuate dalla pesca professionale, dal traffico marittimo, dall’ingestione di plastica, dal degrado e urbanizzazione delle coste con conseguente danneggiamento dei siti di nidificazione.
DI tutela del mare, si parlerà questa sera alle ore 19, alla Circolo Canottieri alla Cala, nel corso del dibattito: “Quanti rifiuti ci sono in mare? Numeri e proposte per combattere il marine litter nel Mar Mediterraneo”. Partecipano: Franco Andaloro (Ispra); Serena Carpentieri (Legambiente nazionale); Dario Cartabellotta (Direttore Dipartimento Pesca – Regione Siciliana); Stefano Donati (Direttore AMP Isole Egadi); Martina Gregorietti (biologa marina).
Domani, invece, la Goletta Verde lascerà la città di Palermo. I prossimi appuntamenti saranno a Capo d’Orlando e Ustica. Un tour, quello della storica campagna di Legambiente a tutela dei mari e delle coste italiane, composto da 21 tappe con arrivo finale il 12 agosto a Lignano Sabbiadoro (Ud), realizzato grazie al sostegno del CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner tecnici Aquafil, Novamont, Nau!.
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