Palermo-Inter: 4-3, il Palermo “Mangia”, all’Inter le molliche
Dopo mesi di critiche, calciomercato e chiacchiere da bar inizia nel migliore dei modi il campionato della nuova creatura di Zamparini.
di Ignazio Aragona
Il Palermo dell’esordiente Mangia, dopo un’altalenante baraonda di emozioni conquista la vittoria contro la corazzata Inter. Dopo mesi di critiche, calciomercato e chiacchiere da bar inizia nel migliore dei modi il campionato della nuova creatura di Zamparini. Ammettiamolo, nel capoluogo siciliano si respira da mesi un clima pesante e pochi dei 25,000 presenti allo stadio Barbera si aspettavano la grande prova di forza che gli undici rosanero sono riusciti a mettere in campo.
Mangia sceglie il modulo a lui più caro, quel 4-4-2 con cui l’anno scorso ha sfiorato la vittoria del campionato primavera sedendo sulla panchina del Novara. Migliaccio in difesa centrale con l’ottimo Martinez e Balzaretti e Pisano sulle fasce. Centrocampo nuovo con Barreto e Della Rocca supportati da Alvarez e Ilicic, Miccoli ed Herandez in attacco. Opta per 3-4-3 Gasperini con un immenso Zanetti a completare il muro difensivo formato da Samuel e Lucio. Nagatomo e Jonhathan esterni con Stankovic e Cambiasso centrali. Tridente Milito-Forlan-Zarate in attacco.
Il Palermo comincia con grande grinta e pressing a tutto campo, per 20 minuti c’è solo una squadra in campo ed Hernandez sfiora il gol con un colpo di testa riavvicinato ben parato da Julio Cesar e con un’incursione centrale fermata alla disperata dal capitano nerazzurro. L’inter soffre, il Palermo prende gli applausi ma incassa il gol dello svantaggio al 31′. Della Rocca perde un brutto pallone a metà campo e Lucio fa partire l’azione nerazzurra, al termine della quale Milito devia in rete un tiro sporco del centrale brasiliano. Nonostante il caldo e il grande tasso di umidità, scende il gelo tra i tifosi di casa. Il boato dei supporters interisti rimbomba nel silenzio e il Palermo fatica a riprendersi.
Nella ripresa i rosanero ritrovano gli equilibri, grazie anche all’ingresso di Acquah che ha dato sostanza al centrocampo. Snejder per Zarate nel’Inter. Corre il minuto 48′ quando Miccoli con un bel tiro dal limite dell’area trova l’angolo che trafigge l’estremo difensore ospite. Il pareggio è meritato ma dura poco, appena tre minuti e su azione di calcio d’angolo Martinez affossa Samuel. L’arbitro Brighi decreta il rigore che Milito trasforma senza esitazioni. Altri tre minuti e i rosa siglano il due a due con un’azione magistrale sull’asse Ilicic, Miccoli Hernandez, con l’uruguaiano rosanero che batte Julio Cesar da pochi passi.
Non c’è un attimo di tregua, il brividi scorrono i campo e le squadre si affrontano abbandonando un pò gli schemi e gettando il cuore oltre la palla per una ventina di minuti. Miccoli sfiora il gol su punzione e Ilicic sbaglia un gol già fatto tirando addosso al portiere nerazzurro dopo una lunga fuga sulla destra.
La svolta arriva al minuto 85′ con MIccoli che dopo le prove generali, inventa una traiettoria fantastica su punizione. La palla scavalca la barriera e si insacca alla destra di Julio Cesar. Sembra il gol vittoria ma non è finta qui. Il Palermo sembra schiantare i nerazzurri quando Pinilla entrato da poco al posto di Hernandez fa partire un bolide che si abbassa all’improvviso sotto la traversa. E’ il 4-2. Il brivido finale arriva con Forlan che ben lanciato da Snejder trova l’angolo alto della porta di Tzorvas. Il recupero non basta all’Inter per raggiungere il pareggio e il punteggio non cambia. Il Palermo schianta l’Inter e le critiche, Zamparini gode dell’aver azzeccato tutte le mosse di mercato che gli sono state contestate mentre sulla sponda nerazzurra restano tutti i punti interrogativi di un progetto di squadra che, alla luce di quanto visto oggi sembra essere lontano dal realizzarsi.
Al termine della gara Mangia dribbla con simpatia le domande sul suo futuro e con un “almeno un’altra partita me la faranno fare” ha ridato serenità e armonia tra gli agguerriti giornalisti contestatori e soprattutto tra i tifosi, grazie ai quattro gol e alla vittoria della sua squadra.
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