Palermo: ”Il mio amico venuto dal Ghana”. Accorata richiesta di una nostra lettrice

di Marina Ciulla

Questa e’ la storia del mio amico Haruna, venuto dal Ghana attraverso uno dei tanti barconi, due anni fa, fuggendo da una

di Marina Ciulla

Palermo, 21 Feb. – Questa è la storia del mio amico Haruna, venuto dal Ghana attraverso uno dei tanti barconi, due anni fa, fuggendo da una situazione che metteva in pericolo la sua vita e, nonostante ciò, rischiando comunque la sua stessa vita nella traversata.

Haruna ha vissuto per quasi un anno presso un centro per immigrati a Caltanissetta, poi è arrivato a Palermo.
E’ stato ospitato da un connazionale per poche settimane, poi il padrone di casa l’ha buttato fuori.

Non avendo altro posto dove andare, è stato ospitato per alcuni mesi anche da Biagio Conte. Per fortuna, ha trovato lavoro come muratore presso un privato. Così ha avuto il coraggio di prendere una stanza in affitto, in una casa in condivisione con altre tre persone.

Ricordo che quando mi comunicò la sua decisione gli chiesi: “Sei sicuro di voler fare questa scelta, dato che non hai la sicurezza di quanto durerà questo lavoro? E lui, con una seraficità disarmante, mi rispose: “Io credo in Dio, è lui che penserà a me”.

In effetti, Haruna ne ha viste tante: non è stata proprio una passeggiata raggiungere la Sicilia, ma non ha mai perso la speranza e la fede in qualcosa o qualcuno di più grande. Quello che ti colpisce di Haruna è il suo sorriso: ha passato pene inimmaginabili, eppure sorride sempre alla vita.

Adesso non lavora più: la persona presso cui ha lavorato prima gli ha detto che lo avrebbe chiamato, ma a oggi non è stato così. E’ vero, c’è la crisi, e si sente.

Adesso Haruna non ha quasi più risparmi, perchè quello che guadagnava lo spediva a casa dai suoi cari, e praticamente è rimasto con poco più di 100€ che gli serviranno per pagare l’affitto il 28 febbraio… dopo di che, che ne sarà di Haruna?

L’idea che possa ritornare da Biagio Conte mi fa gelare il sangue: nonostante sia un posto “accogliente”, non è una casa. Ecco perchè scrivo la sua storia. La mia intenzione è quella di aiutarlo a trovare un altro lavoro.

In Ghana Haruna lavorava come falegname. Qui ha lavorato come muratore. Ha un fisico prestante, quindi tutto quello che riguarda i lavori manuali può andare bene per lui. Parla abbastanza bene l’italiano, perchè nel frattempo si è dato da fare: ha conseguito un certificato di lingua italiana A2 e attualmente sta frequentando una scuola al Centro Santa Chiara per conseguire la licenza media.

So benissimo che la crisi si fa sentire per tutti. Quello che vi chiedo, però, è un piccolo gesto: ognuno per quello che può, per fare tutti insieme qualcosa di grande, e far sì che il sorriso di Haruna non si spenga.

Chiunque di voi fosse interessato a contribuire alla causa mi contatti: marina.ciulla@gmail.com
Vi ringrazio anticipatamente per il vostro contributo, qualunque esso sia.