Palermo-Genoa: 5-3 torna il sorriso in casa rosanero

Sorride la classifica, sorride il Barbera e sorride Mutti al termine di un incontro spettacolare giocato a ritimi molto veloci da entrambe le compagini in campo.

di Ignazio Aragona

Sorride la classifica, sorride il Barbera e sorride Mutti al termine di un incontro spettacolare giocato a ritimi molto veloci da entrambe le compagini in campo. Il Palermo dopo un lungo periodo di sofferenza si presenta al Barbera con gli occhi puntati addosso da un pubblico poco propenso ad ammettere nuovi passi falsi. Mutti schiera il 4-3-1-2 con Ilicic a supporto di Miccoli e Budan, che saranno i grandi protagonisti di questa sfida. Esordio per il nuovo portiere Viviano. Il Genoa di Marino schiera una formazione votata all’attacco con i “nuovi” Sculli e Gilardino a dare sostegno all’irrefrenabile Palacio. Manca Rossi nei grifoni e l’assenza si sentirà durante il match. 

Nel primo tempo partita sbloccata al 13′ da Palacio bravissimo a farsi trovare a pochi passi da Viviano e a trafiggerlo con una deviazione vincente di petto. Lo stadio ammutolisce un attimo prima dei fischi impetuosi. I rosanero reaggiscono e compiono un capolavoro, pareggiando e ribaltando il risultato grazie a due colpi di testa di Budan (26′) e Silvestre (37′), e ad una fantastica incursione di Mantovani(42′) che in scivolata devia in rete un tirocross di Miccoli: 3-1 e pubblico in visibilio.

Nella ripresa Miccoli sfiora il quarto gol ma è bravissimo Frey a dire di no. Al 59′ il Genoa accorcia le distanze ancora con Palacio su rigore causato da un tocco di mano di Balzaretti in area.  La partita resta aperta ma ci pensa Miccoli (75′), lanciato sul filo del fuorigioco a far sedere a terra l’estremo difensore genoano e a mettere la palla in rete per la quarta volta.  Al minuto 84′ è il momento di Migliaccio, ancora un colpo di testa e quinto gol nella festa rosanero. Il gol dell’ex Jankovic del definitvo 5-3 arriva troppo tardi e il Palermo tira una boccata d’aria in portante, risalendo una classifica fino ad oggi troppo deficitaria.