PALERMO – Un calo del Pil del 6%, un tracollo del fatturato delle aziende del 50% e la disoccupazione al 19,6%: sono questi i dati drammatici che fotografano l’economia della provincia di Palermo e che sono stati analizzati oggi durante la presentazione dell’Osservatorio economico della provincia di Palermo nel 2012, realizzato dall’Istituto Tagliacarne. Il settore economico più colpito è l’edilizia, mentre il 10% delle famiglie è in miseria.
I giovani palermitani per non restare disoccupati provano a diventare imprenditori: nel primo trimestre del 2013 le aziende guidate da ragazzi tra i 18 e 29 anni sono quasi la metà delle nuove iscrizioni nei registri camerali. Nel 2012 sono state oltre 10 mila, il 6,9% del totale. Eppure le aziende giovanili non sempre godono di ottima salute e nella maggior parte dei casi sono destinate ad aver vita breve e scomparire. “Si tratta di un’imprenditoria debole – dice Roberto Helg, presidente della Camera di commercio di Palermo – motivata dalla necessità di trovare un posto di lavoro e non dal voler fare impresa. E’ una situazione che si ripete da anni, magari perché queste aziende nascono con il contributo economico di genitori, che destinano parte della propria liquidazione ai figli per tentare di offrire loro un futuro, ma che, nei fatti, non riescono a stare sul mercato oltre i due anni”.
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