Palermo, dal 2009 persi 46 mila posti: laureato il 63% dei disoccupati
Palermo, 14 apr. – Una vera a propria emorragia. Fra il 2009 e il 2013 Palermo perde pi’ di 46mila occupati, con una contrazione del 6,8 percento nell’ultimo anno e in un contesto regionale in cui so…
Palermo, 14 apr. – Una vera a propria emorragia. Fra il 2009 e il 2013 Palermo perde pi’ di 46mila occupati, con una contrazione del 6,8 percento nell’ultimo anno e in un contesto regionale in cui solo la provincia di Caltanissetta fa peggio. A lanciare l’allarme occupazione ‘ la Camera di commercio di Palermo, che nella 12esima edizione dell’Osservatorio economico, presentato oggi e realizzato in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne, snocciola i numeri della crisi nel capoluogo siciliano.
Un trend negativo che rispecchia il calo di occupati in tutta la Sicilia, dove la forza lavoro diminuisce del 5,3 percento, ossia pi’ del doppio rispetto al dato nazionale, che si attesta a quota -2,1 percento. Cos’, nonostante il tasso di disoccupazione (20,7 percento) collochi Palermo solo al sesto posto della classifica regionale, risulta il 16esimo pi’ alto valore tra le 110 province italiane, posizionando la citt’ in una situazione simile a quella di province come Reggio Calabria o Catanzaro.
Pi’ colpiti dalla crisi sono le donne, con un tasso di disoccupazione pari al 23,6 percento, superiore di oltre 10 punti a quello nazionale, e i giovani, per i quali il dato si assesta al 45,2 percento. Il capoluogo siciliano diventa, cos’, la terza provincia italiana per potenziale non sfruttato di lavoratori fra 15 e 34 anni (36,9%), considerando sia i disoccupati ufficiali che gli inattivi disponibili a lavorare. Under 35 fuori dal mercato del lavoro ma con in tasca una formazione di alto livello. Il 63,6 dei non occupati residenti a Palermo, infatti, ‘ laureato, un dato che si traduce in un costo del sistema formativo del tutto sprecato.
Ma il rapporto elaborato dalla Camera di commercio e dall’Istituto Tagliacarne sfata anche un altro mito. I giovani palermitani, pur di lavorare, sono molto flessibili, disposti a fare sacrifici. Un indicatore di adattabilit’ basato sulla disponibilit’ ad accettare forme contrattuali meno favorevoli e tutelanti e forme di mobilit’ territoriale, colloca Palermo fra le prime 33 province italiane, e in terza posizione in Sicilia.
Ne va meglio se si osserva l’andamento della Cig ordinaria, che mentre a livello nazionale mostra segnali di rallentamento nel corso del 2013, a Palermo evidenzia una crescita quasi doppia rispetto al 2012, generando un nuovo bacino di disoccupati potenziali per gli anni a venire.