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di redazione
Il comitato Addiopizzo. l’associazione Libero futuro e Professionisti liberi definiscono in una nota “inopportuna per quanto legittima e giuridicamente inattaccabile” la nomina di Ettore Artioli presidente dell’Amat, decisa dalla giunta comunale di Palermo. Nel comunicato, le tre organizzazioni antiracket parlano di “cointeressenze” di Artioli con Fabio Cascio Imgurgio, già componente del cda della Centralgas poi confiscata dallo Stato per infiltrazioni mafiose delle famiglie mafiose Bontate e Teresi , e rendono noto che nel 2008 era stata perciò da loro respinta una richiesta di adesione di Artioli. In quella stessa occasione, però, -scrive il comitato-ci viene presentato il signor Rizzacasa, titolare della società Aedilia Venusta. Accettiamo la richiesta ma dopo alcuni mesi scopriamo -si legge ancora- che nell’Aedilia Venusta lavorano, Salvatore e Francesco Sbeglia, con precedenti penali per mafia. Decidiamo quindi di sospendere la società, a maggior ragione perché nel momento dell’adesione ci era stata taciuta la loro presenza. L’Aedilia Venusta viene sospesa anche da Confindustria. E ricorda ancora Addipizzo, nel giugno del 2010 Artioli, ex vicepresidente nazionale di Confindustria con delega per il Mezzogiorno, in una lettera al presidente nazionale Emma Marcegaglia e a quello regionale Ivan Lo Bello, comunica la sua decisione di autosospendersi dall’associazione: Rizzacasa era stato arrestato con l’accusa di esser un prestanome degli Sbeglia; Rizzacasa era fortemente legato ad Artioli, Aedilia Venusta infatti aveva eseguito diversi e importanti lavori degli appalti aggiudicatisi dal Gruppo Venti srl, una holding immobiliare creata e presieduta da Artioli stesso. Nel novembre del 2011 Rizzacasa, titolare dell’Aedilia Venusta, è stato condannato (in primo grado) a tre anni e 4 mesi di carcere per intestazione fittizia di beni riconducibili agli Sbeglia”. Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, “la scelta di Ettore Artioli, cosi’ come quella di tutti i presidenti delle aziende partecipate, si e’ basata su un criterio molto semplice: la provata competenza ed esperienza, supportate, proprio nel caso di Ettore Artioli, dalla passata esperienza come amministratore dell’Amia che ha vissuto sotto la sua direzione una stagione di efficienza e produttivita’ come mai nella sua storia”. “A tutti i candidati – continua Orlando – e’ stato inoltre chiesto di fornire le certificazioni di legge che sono risultate del tutto regolari”. Così replica invece Ettore Artioli, “Non posso nascondere amarezza e stupore per le valutazioni di AddioPizzo nonché per una ricostruzione dei fatti che mostra una grave incongruenza, alla base di tutta la nota diffusa dall’Associazione.” ‘La vicenda dei rapporti commerciali tra aziende guidate da me e la società edile Aedilia Venusta – precisa il presidente di Amat – è stata oggetto di dettagliate informazioni che ho rilasciato alla procura della Repubblica, come persona informata dei fatti, nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria i cui contenuti vanno doverosamente affidati al percorso giudiziario e che per ovvii motivi non posso e non intendo divulgare”. “Mi si conceda ora -incalza Artioli – una domanda rivolta ad AddioPizzo: davvero si vuole far credere che mi sarebbe stata negata l’iscrizione all’Associazione per presunti contatti con ambienti dubbi e poi si sarebbe ammesso in associazione un imprenditore da me presentato’ Sarebbe davvero paradossale che non si fosse ammesso Artioli perché ritenuto non affidabile mentre – ha concluso – si riteneva affidabile qualcuno presentato dallo stesso Artioli”.
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