Palermo, arrestato professore universitario e un avvocato per un’eredità
Arrestato professore universitario e un avvocato. Accade a Palermo. Su delega della Procura della Repubblica e dopo articolate indagini, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno eseguito un’ordinanza del Gip del tribunale traendo in arresto 2 persone per i reati di peculato e falso.
Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Luca Nivarra, 59 anni, professore ordinario di diritto civile presso l’università degli studi di Palermo, e Fabrizio Morabito, avvocato di 50 anni.
La Guardia di finanza ha anche eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e patrimoniali per un ammontare di circa 160.000 euro.
L’attività investigativa della Procura e delle Fiamme Gialle è scaturita dagli esiti di una consulenza tecnica d’ufficio, disposta dal Tribunale Civile di Palermo, nell’ambito di un procedimento promosso dagli eredi di una persona defunta.
Arrestato professore universitario, tutto parte nel 2004
Dopo la morte di quest’ultima, risalente al 2004, il Tribunale di Palermo aveva nominato Luca Nivarra amministratore provvisorio di un ingente patrimonio immobiliare. Il defunto, con testamento pubblico, aveva destinato il suo patrimonio alla costituzione di una fondazione a suo nome.
Nell’espletamento del suo incarico, come ricostruito dagli inquirenti, Nivarra è stato dapprima coadiuvato e successivamente (nel marzo 2014) sostituito dall’avvocato Fabrizio Morabito.
Nel settembre del 2014, il Tribunale di Palermo ha annullato il testamento pubblico del de cuius, per incapacità di intendere e di volere del testatore, disponendo la devoluzione del patrimonio ai legittimi eredi.
Arrestato professore universitario e un avvocato, la Gdf contesta i reati di peculato e falso
Dalle indagini, spiega ancora la guardia di finanza, è emerso che Nivarra e Morabito, in relazione al loro incarico di amministratori giudiziari dei beni dell’eredità, e, quindi, pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, si sarebbero “appropriati di consistenti somme di denaro derivanti dagli incassi dei canoni di locazione degli immobili dell’amministrazione provvisoria, di cui avevano la disponibilità in ragione del loro ufficio”.
Dagli accertamenti, specifica inoltre la guardia di finanza, sarebbe emerso che “Nivarra, nel corso degli anni, ha presentato al Tribunale di Palermo delle relazioni ideologicamente false, in quanto riportanti informazioni e dati finanziari relativi alla gestione provvisoria dei beni del de cuius non corrispondenti alla realtà, in modo tale da occultare l’ammontare degli importi indebitamente sottratti”.
Su Fabrizio Morabito, invece, la guardia di finanza riferisce che il legale avrebbe “cercato di giustificare gli ammanchi di denaro rilevati dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale di Palermo, sovrastimando l’entità di alcuni crediti vantati dall’amministrazione provvisoria nei confronti di inquilini morosi”.
“A conferma del quadro probatorio – concludono i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo – nel novembre 2016 Morabito ha restituito agli eredi del defunto denaro e titoli per oltre 67.000 euro, ritrovati “casualmente”, a suo dire, all’interno di “16 buste” rinvenute tra la documentazione afferente alla gestione provvisoria”.