Pagamento Imu: cambiano le regole e gli italiani tirano un sospiro di sollievo
Imu, che belle novità per gli italiani: possono tirare un sospiro di sollievo
L’Imposta Municipale Propria è un tributo, istituito nel 2011 nella manovra Salva-Italia voluta dal governo Monti, che si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Fino al 2013 lo si è pagato anche sulla prima casa, invece da una decina d’anni l’abitazione principale ne è del tutto esente.
L’Imu viene pagato su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli e non viene versato solo dai legittimi proprietari ma anche dai titolari di un diritto reale sull’immobile, dai coniugi assegnatari dell’abitazione coniugale dopo la separazione, dai concessionari nel caso di concessione di aree demaniali e dai locatari di immobili concessi in locazione finanziaria.
Proprio in merito a questo tributo, in queste ultime ore in Italia una bella notizia ha sconvolto tutti i cittadini: il 1° settembre, infatti, è entrata in vigore la riforma delle sanzioni tributarie che modifica tutte le imposte locali, tra cui l’Imu.
Come cambia l’Imu
L’Imu è un’imposta che dev’essere versata dai proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, oppure anche i proprietari di prime case di lusso. Se la tassa non viene versata si rischia di incorrere in sanzioni, stesso rischio che si corre se si sposta la residenza in un immobile di proprietà solo per evitare di dover versare l’imposta. Per quanto riguarda il pagamento, l’Imu può essere versato in un’unica o in due soluzioni: la prima rata scadeva il 17 giugno 2024, mentre la seconda è da versare entro il 16 dicembre di quest’anno.
In merito alle novità, a partire dal 1° settembre 2024 sono state ridotte le sanzioni per il mancato pagamento e sono state introdotte le istruzioni che gli enti locali devono seguire in merito alla riforma del sistema delle sanzioni tributarie. A partire da quella data, infatti, chi non versa le imposte locali o lo fa in ritardo sono state decurtate e passano dal 30% dell’importo della tassa al 25%.
Tutti i dettagli
Anche per i pagamenti in ritardo, quindi, diminuiscono le sanzioni. In questo caso, per un ritardo non superiore ai 90 giorni, la multa passa dal 25% dell’importo al 12,5%. Se invece il ritardo non supera i 15 giorni, cioè le due settimane più un giorno, la sanzione è di un quindicesimo per ogni giorno di ritardo e ammonta, quindi, allo 0.833%.