Ospedale in quarantena, c’è il PRIMO CASO: il virus Chandipura è arrivato anche qui | Altro che Covid: porta alla paralisi cerebrale

C'è il primo caso di questo virus
C’è il primo caso di questo virus: cosa si rischia (sicilianews24.it / pexels)

È allarme Chandipura, di cosa si tratta: altro che Covid-19

Sono passati quattro anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, che ha messo in ginocchio tutto il mondo. In Italia ha avuto inizio intorno al mese di febbraio quando, partendo da Codogno in Lombardia e via via in tutta la nazione, i casi sono aumentati esponenzialmente fino al lockdown totale.

Sebbene il tempo sia passato, i ricordi di quei mesi ed anni difficili sono ancora nelle menti di tutti. I tamponi, la febbre alta, le mascherine e le imposizioni hanno di fatto creato un prima ed un dopo e, per chi ha vissuto perdite, il ricordo è ancora più doloroso.

Oggi, però, la situazione sta per ripetersi. A far paura non è più il virus Sars-CoV-2 ma il virus Chandipura: ecco di cosa si tratta e cosa causa.

Cos’è il virus Chandipura

Abbreviato in Chpv, il virus Chandipura viene trasmesso dalle zecche e dai pappataci e causa dolore articolare, febbre e, in rari casi, la sindrome di Reye che consiste in una forma di encefalopatia acuta e paralisi cerebrale infantile. In India sono già stati confermati 51 casi in diverse are del Paese, soprattutto tra bambini. Al momento è in corso uno studio internazionale, in fase di pubblicazione, sotto la coordinazione di Francesco Branda dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Il coordinatore ha creato una piattaforma che serva a monitorare lo sviluppo della diffusione del Chpv, così da avere un quadro completo.

In merito ai sintomi, sebbene sulle prime somiglino a quelli dell’influenza, in realtà possono peggiorare molto velocemente e, in alcuni casi, possono determinare un’encefalite che, nei casi più gravi e soprattutto nei bambini sotto ai 15 anni, può portare alla morte entro 24-48 ore.

C'è il primo caso di questo virus
C’è il primo caso di questo virus: cosa si rischia (sicilianews24.it / pexels)

Non è chiaro il meccanismo

Non si sa, al momento, come faccia il virus ad accedere al sistema nervoso centrale e quindi determinare queste tragiche conseguenze. Si ritiene, però, che funzioni mediante la produzione di una fosfoproteina nelle cellule cerebrali entro le prime sei ore dall’infezione, caratteristica che, se confermata, spiegherebbe la sua letalità.

Al momento non sono disponibili vaccini o farmaci antivirali. L’unico mezzo che si ha a disposizione per evitare il virus, quindi, è proteggersi mediante l’igiene, il controllo degli animali capaci di infettare l’uomo e la sensibilizzazione in generale.