Cronaca

Ospedale di Gela, inaugurato nuovo reparto di Cardiologia Riabilitativa

Ospedale di Gela. Dal mese di maggio è attivo all’ospedale Santabarbara Hospital di Gela il reparto di Cardiologia Riabilitativa.
Il nuovo servizio, diretto dal Dott. Giuseppe La Rosa, offre un centro di riabilitazione cardiovascolare al territorio di Caltanissetta, oltre a quello già presente nella casa di cura Regina Pacis di San Cataldo. L’iniziativa nasce dall’evidenza scientifica per cui l’attività fisica aerobica regolare riduce sensibilmente le riospedalizzazioni e la mortalità dei pazienti, migliorando la durata e la qualità della vita.

La Cardiologia riabilitativa è un programma terapeutico personalizzato, che unisce la prescrizione dell’attività fisica e la correzione dei fattori di rischio tramite un piano di educazione alla salute. L’obiettivo è quello di restituire le migliori condizioni fisiche, psicologiche e sociali ai pazienti che hanno subito un infarto miocardico, un intervento cardiochirurgico, un episodio di scompenso cardiaco o un altro evento cardiovascolare acuto.
Fino a pochi anni fa – spiega il Dott. Giuseppe La Rosa – la cura dell’infarto prevedeva un lungo periodo di degenza a letto, ma in tempi recenti è stato dimostrato che il riposo prolungato non giova alla ripresa del paziente e può anzi rallentarla».

Ospedale di Gela: il nuovo reparto dispone di 8 posti letto

Il nuovo reparto di Santabarbara Hospital dispone di 8 posti letto e si avvale di un’equipe multidisciplinare composta da cardiologo, fisioterapista, infermiere, diabetologo, psicologo, assistente sociale e logopedista.

In ingresso, il paziente che ha subito un evento cardiologico viene sottoposto ad una serie di test di valutazione della sua condizione di base; si avvia quindi il progetto riabilitativo, con un percorso di attività fisica incrementale, secondo la sua tolleranza fisica e secondo parametri cardiovascolari monitorati durante il lavoro in palestra.

«Il lavoro in cardiologia riabilitativa – continua Giuseppe La Rosa – comprende, oltre all’attività fisica, l’ottimizzazione della terapia farmacologica, l’educazione a stili di vita più sani e la stratificazione prognostica, ovvero la previsione di come si evolverà il quadro clinico del soggetto durante lo svolgimento del programma riabilitativo. Il paziente non è trattato solo sotto l’aspetto strettamente fisio-patologico, ma nell’unità delle sue componenti fisiche, psicologiche, emotive e sociali».
Il progetto intrapreso in Santabarbara Hospital si pone quindi come un ulteriore elemento di definizione e applicazione dell’approccio medico che considera il malato come totalità psico-fisica complessa, non riducibile alla mera lesione corporea subita. In una regione, peraltro, che ospita ancora pochissimi centri di cardiologia riabilitativa a fronte di un numero cospicuo di infarti, pari a circa 9000 casi ogni anno.

Redazione

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