Ospedale Cervello replica alle accuse del segretario della Fials
Ospedale Cervello replica alle accuse. Dura replica dall’ospedale Cervello dopo le dichiarazioni del segretario della Fials – Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanitá – in merito al caso del camionista di Terrasini risultato positivo al Coronavirus.
“La nota inviata da Enzo Munafò, segretario provinciale della Fials-Confsal, rappresenta un misto fra cattiva informazione e procurato allarme. Non si capisce da dove vengono apprese queste notizie, perché nessuna di queste corrisponde a verità. Prima di lanciarsi in accuse e sospetti irresponsabili, vista la delicatezza del momento, Munafò avrebbe fatto bene a informarsi e documentarsi meglio. Per l’assistenza al paziente affetto da corona virus tutti gli operatori erano infatti dotati di mascherine, calzari e camici”.
“Così come la sanificazione della Tac, alla quale il paziente è stato sottoposto, è stata immediata, con chiusura della Tac stessa fino alle 13, per poi essere riaperta dalla direzione sanitaria. Il paziente è stato posizionato sul lettino Tac da operatori del 118 e mai tecnici e infermieri della radiologia hanno avuto contatti con il paziente”.
Ospedale Cervello replica alle accuse: il percorso con i faldoni
Nello specifico, Enzo Munafò aveva dichiarato che: “Per fare camminare il paziente in quello che avrebbe dovuto essere un percorso protetto, sono stati sistemati dei faldoni a terra e del materiale di fortuna, il sistema in tilt”
” I faldoni a terra – specifica il comunicato dell’Ospedale Cervello – sono stati una precauzione in più adottata dai sanitari, in aggiunta alle misure previste dalle linee guida che sono state rispettate pedissequamente. Non è consentito ad alcuno lanciare accuse infondate che rivelano nessun rispetto per il lavoro degli operatori, sottoposti in questi giorni a turni e ritmi davvero stressanti. Non se ne sente davvero il bisogno, soprattutto da parte di chi era a casa sua a dormire sonni tranquilli.