Orlando accoglie la Lifeline a Palermo: augurio per il nuovo governo
Il Sindaco ha ricevuto questo pomeriggio il comandante della Eleonore, Clause Reisch, insieme al primo ufficiale e all’amministratore della Lifeline. Il comandante del vascello della ONG tedesca aveva richiesto un incontro con Orlando nei giorni scorsi per la stima che ha della città di Palermo e delle sue politiche di accoglienza.
Il Sindaco nel dare il benvenuto a tutto il gruppo ha espresso un augurio di un nuovo inizio al nuovo governo che si sta formando in queste ore. “Oggi è un giorno importante perché tu sei qua (Clause Reisch N.d.R.), e lo è ancor di più perché l’Italia ha un governo Salvini free.
Mi sembra che sia il modo migliore per fare gli auguri ad un governo e di farli insieme con te, in nome di quei principi di umanità e di rispetto dei diritti umani, che credo oggi possa avere prospettive che fino a qualche ora fa sembravano soltanto idee di qualche folle come te, e come noi “.
La decisione di andare a Pozzallo
La Eleonore della Lifeline nei giorni scorsi aveva soccorso 101 persone a bordo di un gommone in distress a 43 miglia da Al Khoms. Clause Reisch, nel suo intervento ha ricordato delle condizioni che lo hanno portato a forzare il divieto di ingresso in Italia, nonostante i tre ex-Ministri Italiani, Salvini, Trenta e Toninelli gli avessero negato l’ingresso.
Ha anche raccontato delle comunicazioni intercorse con il Centro di Controllo di Roma, via e-mail, a cui ha preavvisato della sua intenzione di dirigersi verso il più vicino porto di Pozzallo, costretto dalle condizioni meteorologiche che in quel momento mettevano a rischio la nave con le persone a bordo.
Il comandante, nonostante, il diniego ricevuto da Roma, si è diretto verso Pozzallo, dove è scattato il sequestro della nave. Clause, che si è commosso più volte durante l’incontro, ha sempre voluto ribadire di non essere disposto a scendere a compromessi. Di ritenere inaccettabile, qualunque gioco di potere quando si parla di vite umane. Da qui il ricordo dell’Africa, dove ha vissuto, come di un paese sfruttato che ha bisogno adesso di essere in un certo senso “risarcito”.
Foto di Francesco Militello Mirto