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di redazione
Oltre 106 chili di marijuana, che una volta immessi nel mercato avrebbero potuto fruttare fino a mezzo milione di euro, sono stati sequestrati a Palermo dalla Guardia di finanza. In manette sono finite quattro persone, tre delle quali con precedenti di polizia per stupefacenti. Gli arrestati, tutti palermitani, svolgevano come attivita’ di facciata quella di operai agricoli, ma di fatto avevano messo in piedi un’efficiente organizzazione in grado di gestire l’intera ‘filiera’ del commercio di droga: dalla coltivazione, alla lavorazione, al confezionamento, fino allo spaccio. Il blitz ha preso le mosse da un’ordinaria ricognizione aerea effettuata dalle Fiamme gialle nella parte alta di corso Calatafimi. I militari hanno cosi’ scoperto una piantagione di marijuana, visibile solo dall’alto, delimitata da filo spinato e alla quale era possibile accedere solo attraverso un percorso impervio. Sull’area, dotata di autonomo impianto di irrigazione, la Guardia di finanza ha rilevato anche prodotti chimici (fertilizzanti e diserbanti) e attrezzi per la coltivazione. Immediatamente e’ scattata l’operazione, denominata ‘The jungle’, che ha permesso di bloccare i quattro ‘giardinieri’, alcuni dei quali, forse accortisi del precedente sorvolo da parte dell’elicottero, stavano provvedendo alla rimozione e all’occultamento delle piante. Espiantata l’area di coltivazione con il recupero di 116 piante di marijuana di diversa grandezza, le Fiamme gialle hanno eseguito a Palermo numerose perquisizioni domiciliari nei luoghi nella disponibilita’ dei soggetti coinvolti, rinvenendo e sequestrando nella zona “Riserva reale”, parte alta di Corso Calatafimi, oltre 106 chili di marjuana per la gran parte in stato di avanzata essiccazione e pronta per il confezionamento. La droga era custodita, per l’essiccazione, su appositi cavi metallici di sospensione fissati all’interno di magazzini improvvisati (rimorchi e roulotte dismessi, fabbricati in lamiera), insistenti su un appezzamento di terreno nella disponibilita’ di uno dei soggetti coinvolti e vigilato da cani di razza rottweiler. Ulteriori quantita’ di marjuana sono state invece rinvenute, suddivise in dosi pronte per lo spaccio, nell’abitazione di un altro degli indagati, ubicata nello stesso quartiere. “L’organizzazione – spiegano gli investigatori – si era particolarmente attrezzata sul piano tecnico e logistico, predisponendo un impianto di irrigazione autonomo ed allestendo dei veri e propri magazzini per l’essiccazione dello stupefacente”.
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