Operazione Palcar, si indaga su regie occulte

L’operazione Palcar, che nei giorni scorsi ha portato ad 8 ordinanze di custodia cautelare, ha consentito alla polizia di individuare i coltivatori diretti delle serre di marijuana scoperte a Corleone nel mese di luglio del 2009 in contrada Malvello. Il guardiano, un extracomunitario residente a Par…

di redazione

L’operazione Palcar, che nei giorni scorsi ha portato ad 8 ordinanze di custodia cautelare, ha consentito alla polizia di individuare i coltivatori diretti delle serre di marijuana scoperte a Corleone nel mese di luglio del 2009 in contrada Malvello. Il guardiano, un extracomunitario residente a Partinico, Thabet Amhid, di 50 anni, era stato sorpreso e arrestato a Corleone mentre irrigava la piantagione. Da quel momento la polizia non lo ha più mollato, ritenendolo l’anello di congiunzione con l’organizzazione criminale che curava produzione e distribuzione della droga. Dai tabulati telefonici è emerso che Hamid chiamava assiduamente ad un certo Karl. Quando è stato scarcerato, l’extracomunitario è stato pedinato 24 ore su 24, e alla fine il lavoro dei poliziotti ha portato a collegarlo a Carlo Barbera che secondo gli investigatori ritengono in vero proprietario dell’ingente partita di cannabis indica scoperta a Corleone. Carlo Barbera, partinicese di 40 anni, ha alle spalle reati di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e munizioni, furto e ricettazione. Durante le indagini coordinate dalla Procura della repubblica di Palermo, gli investigatori di Corleone hanno dovuto collaborare con altri uffici di polizia che indagavano su Barbera. Quando sono scattati gli arresti dell’operazione Palcar, Barbera si trovava già in carcere dove gli è stata notificata la seconda ordinanza di custodia cautelare per produzione e traffico di sostanze stupefacenti, riferendosi alle serre scoperte a Corleone la scorsa estate. Gli investigatori, adesso, si interrogano per capire quali poteri occulti si celino dietro l’organizzazione. La zona compresa tra Corleone, Roccamena, San Giuseppe Jato, Alcamo e Partinico, da sempre è stata in mano a mafiosi che avranno certamente ritenuto appetibile l’affare, visto che la piantagione di contrada Malvello avrebbe potuto fruttare oltre 5 milioni di euro.