Colpo ai clan Santangelo e Mazzei, 18 arresti per mafia: i nomi

L’operazione “Meteora,” condotta dalla Polizia di Stato, ha portato all’arresto di 18 persone appartenenti a due potenti clan mafiosi della Sicilia orientale, i Santangelo di Adrano e i Mazzei di Catania, noti anche come “carcagnusi.” L’operazione è stata eseguita in collaborazione tra la Squadra Mobile di Catania, il Commissariato di Adrano e unità specializzate come la Polizia Scientifica e il Reparto Mobile, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania. Gli arrestati sono accusati di gravi reati, tra cui associazione mafiosa, omicidio e detenzione di armi, con l’aggravante di favorire le attività criminali dei clan.

Le indagini sono partite dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa, che ha rivelato dettagli sul sequestro e omicidio di Nicola Ciadamidaro, avvenuto nel 2016. Ciadamidaro sarebbe stato ucciso per vendicare il triplice omicidio di affiliati al clan Santangelo nel 2006, un atto di ritorsione che ha visto coinvolti come esecutori materiali membri di spicco del clan, tra cui Gianni Santangelo e Nicolò Rosano. Secondo le ricostruzioni, Ciadamidaro, dopo il ritorno ad Adrano in seguito a un periodo di lontananza, fu rapito dal clan mentre si recava in palestra e venne portato in una località isolata, dove fu brutalmente ucciso.

Nonostante gli arresti precedenti di molti leader del clan, le indagini hanno rilevato come la struttura del clan Santangelo sia rimasta attiva grazie alla leadership di Toni Ugo Scarvaglieri, che avrebbe gestito le attività illecite e coordinato i fondi per il mantenimento degli affiliati detenuti. Dopo la scarcerazione di Antonino Bulla e Salvatore Crimi, i due avrebbero ripreso un ruolo di comando, continuando a impartire ordini al resto dell’organizzazione.

Le indagini hanno coinvolto anche il clan Mazzei, il cui rappresentante locale, Cristian Lo Cicero, avrebbe portato avanti attività criminali in contrasto con i clan storici di Adrano, generando attriti con le famiglie Santangelo e Scalisi. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate diverse armi, incluse una mitraglietta Skorpion, una pistola Beretta e un fucile automatico, a dimostrazione della pericolosità delle organizzazioni.

L’operazione, che ha mobilitato oltre cento operatori, rappresenta un colpo significativo contro il crimine organizzato della zona, anche se le accuse dovranno essere confermate in sede di giudizio.

Elenco degli arrestati:

Antonio Bua, detto “asinello” (classe 1983)
Antonino Bulla, detto “u picciriddu” (classe 1983)
Giuseppe Bulla, detto “u biondo” (classe 1989)
Vincenzo Bulla (classe 1994)
Cristian Calvagno (classe 1988)
Giuseppe David Costa, detto “pesciolino” (classe 1982)
Salvatore Crimi, detto “Turi u cani” (classe 1986)
Giuseppe Fiorello (classe 1998)
Alfio Lanza, detto “Alfredo” (classe 1982)
Pietro Lazzaro (classe 1977)
Cristian Lo Cicero (classe 1986)
Daniel Palmiotti (classe 1985)
Carmelo Petronio (classe 1973)
Alfio Quaceci (classe 1994)
Nicolò Rosano, detto “pipituni” (classe 1980)
Gianni Santangelo, detto “Giannetto” (classe 1983)
Toni Ugo Scarvaglieri (classe 1973)
Giuseppe Viaggio, detto “u puffu” (classe 1983)