Dal 7 aprile al 06 maggio 2021, la Direzione Marittima della Sicilia Occidentale ha coordinato l’attività operativa di 22 uffici dipendenti , impegnati nell’operazione complessa denominata “Onda Blu”, organizzata, su scala nazionale, dal Comando Generale delle Capitanerie di porto.
L’operazione, finalizzata al contrasto degli illeciti ambientali, si è focalizzata su quattro principali obiettivi:
La presenza di scarichi idrici non autorizzati o non conformi alle normative vigenti, costituisce una delle principali cause di inquinamento dei corsi d’acqua e dei mari. Nel corso dell’operazione “Onda Blu” è stato verificato, in collaborazione con l’A.R.P.A. Sicilia, il trattamento delle acque reflue domestiche, industriali ed urbane, anche con l’impiego di aerei ed elicotteri della Guardia Costiera, dotati di sofisticati sistemi di telerilevamento utili ad intercettare, dall’alto, la presenza di eventuali sversamenti di sostanze inquinanti in mare o sul corso dei fiumi.
Sono stati effettuati oltre 300 controlli su condotte di scarico idrico che hanno portato al sequestro penale di 6 attività commerciali, con conseguente deferimento all’Autorità Giudiziaria dei rispettivi titolari, poiché sprovvisti dell’ Autorizzazione Unica Ambientale per il conferimento dei reflui derivanti dall’attività industriale. Su fronte dei depuratori comunali, dei 30 sottoposti a controllo, 4 sono risultati non conformi alla normativa. A carico dei relativi gestori sono state elevate sanzioni amministrative per un valore di massimo edittale di 240.000 Euro. Dai controlli è, quindi, emersa l’inadeguatezza di taluni impianti di depurazione, la presenza di scarichi idrici illegali e l’abbandono sul territorio di grandi quantità di rifiuti non correttamente trattati. Fenomeni, questi, che contribuiscono in maniera determinante ad accrescere la presenza in mare di plastiche e microplastiche. In materia di smaltimento illecito di rifiuti sono state eseguite ricognizioni del territorio, finalizzate all’individuazione di siti di smaltimento, abbandono, deposito e discarica non autorizzati, nonché alla verifica del trasporto e delle modalità di trattamento nell’ambito del ciclo dei rifiuti. .
In quest’ambito, si segnala l’attività della Guardia Costiera di Palermo, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, che ha condotto alla perquisizione di n.11 tra macelli e stabilimenti dediti alla ricezione e smaltimento di sottoprodotti di origine animale.
L’operazione ha avuto origine Comune di Ficarazzi (PA), dall’accertamento di una illecita attività di lavorazione di pelli animali in un casolare nelle immediate vicinanze del fiume Eleuterio.
Dalle indagini è emerso che Il sodalizio, per lo svolgimento dell’attività produttiva, accumulava tonnellate di rifiuti, consistenti in scarti di bovini e ovini da allevamento, in spregio delle più elementari norme di igiene e sicurezza ambientale e senza l’attuazione di protocolli approvati di autocontrollo veterinario. L’illecita attività era poi condotta con la compiacenza e compartecipazione di numerosi centri di macellazione del Sud Italia che ne fornivano la materia prima, falsificando la documentazione necessaria per il trasporto, nel tentativo di rendere vani i successivi controlli sulla filiera.
Nel corso di tali verifiche è stata, inoltre, riscontrata la presenza di una voragine sul terreno prospiciente, utilizzata per l’occultamento illecito di scarti di lavorazione.
Oltre ai numerosi illeciti penali riscontrati sono state contestate sanzioni ammnistrative per una previsione edittale da Euro 48.000 a Euro 496.000 per violazione delle norme che disciplinano la corretta e lecita gestione di rifiuti.
Particolare attenzione è stata posta, infine, sul trasporto, importazione ed esportazione di rifiuti, tra cui quelli plastici, sanitari e pericolosi, attraverso il vettore navale, con oltre 300 ispezioni e verifiche eseguite a bordo di unità navali e presso i porti di giurisdizione.
A bordo delle stesse unità navali sono stati, inoltre, verificati il corretto funzionamento dei sistemi di trattamento dei reflui prodotti e la regolarità delle procedure seguite per il conferimento dei rifiuti all’arrivo in porto.
In collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, in virtù di apposita convenzione stipulata con il Comando Generale delle Capitanerie di porto, sono state eseguite verifiche su campioni di carburante marino prelevato a bordo delle navi al fine di verificare il tenore di zolfo contenuto negli stessi, soggetto a particolari restrizioni dalla normativa di settore.
In due casi, accertati presso i porti di Palermo e Trapani, dall’esito delle analisi di laboratorio è emerso il superamento dei valori di legge. A carico delle rispettive società armatrici, sono state comminate sanzioni amministrative per un valore di 120.000 euro.
Durante il periodo dell’operazione complessa, il personale in servizio presso i compartimenti marittimi di Palermo, Trapani, Mazara del Vallo, Porto Empedocle, Gela e rispettivi uffici minori dipendenti, ha eseguito un totale di 1300 controlli di natura ambientale, elevato 22 notizie di reato con conseguenti 20 sequestri penali per un totale di 10.000 mq di aree sequestrate, cui si aggiungono 33 sanzioni amministrative per un valore di circa 1.000.000 milione di Euro.
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