Una maxi operazione antimafia che ha permesso di azzerare la roccaforte del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, che, attraverso diversi gruppi criminali, era sotto il diretto controllo di Cosa nostra. Ottantanove persone arrestate e 101 indagati.
Nello specifico: ottanta persone arrestate, compresi due minorenni, nove poste ai domiciliari, quattro all’obbligo di dimora e otto a quello di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Questi i numeri dell’operazione ‘Skanderbeg’ dei carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno sgominato i gestori di 12 ‘piazze di spaccio’ operative nel rione San Giovanni Galermo, storica ‘roccaforte’ del traffico e della vendita di droga nel capoluogo.
Secondo la ricostruzione della Dda di Catania, i gruppi che le gestivano “godevano di un’ampia autonomia, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del clan Nizza della ‘famiglia’ Santapaoloa-Ercolano, di Cosa nostra, che imponeva ai ‘capi piazza’ il rifornimento esclusivo dello stupefacente” appunto dalla cosca Nizza, imponendo quantità e prezzo. Ogni piazza aveva un capo che operava sotto la supervisione di Lorenzo Michele Schillaci che era delegato anche a dirimere i contrasti interni ai gruppi.
Che erano molto attivi: le riprese video dei carabinieri, ricostruisce la Dda, hanno consentito di “registrare centinaia e centinaia di cessioni di dosi di droga giornaliere, organizzate imprenditorialmente con precisi orari di lavoro e turnazioni che coprivano l’intero arco della giornata”.
L’indagine dei militari dell’Arma ha altresì permesso di accertare la disponibilità di armi da fuoco, anche da guerra, pronte ad essere utilizzate in caso di richiesta di spedizioni punitive da parte del clan Nizza.
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.
Le indagini sono state riscontrate dalle dichiarazioni di due recenti collaboratori di giustizia: Dario Caruana e Silvio Corra. Quest’ultimo ha avuto il ruolo di reggente del clan Nizza, a cui facevano riferimento i gruppi di trafficanti e spacciatori, sostituendo il boss Lorenzo Michele Schillaci come responsabile della cosca dopo il suo arresto l’8 novembre del 2019.
In locali in uso a quest’ultimo, all’epoca, furono trovati e sequestrati 60.000 euro provento dell’attività delle piazze di spaccio, la “carta degli stipendi”, la “carta delle estorsioni”, e la “carta delle piazze di spaccio”.
Era in media di circa 120 mila euro al giorno il fatturato delle 12 grandi piazze di spaccio sgominate a Catania dai carabinieri. Il dato è stato reso noto durante un incontro in videoconferenza con la stampa con il procuratore Carmelo Zuccaro.
Parte dei proventi delle vendita della droga servivano, ricostruisce la Dda di Catania, anche al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti. In particolare nella “carta” venivano indicate le iniziali di 43 detenuti con accanto la somma spettante alla famiglia per un importo totale mensile di circa 42.000 euro.
I tempi di intervento, sottolinea la Procura di Catania, “sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione distrettuale antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania e che ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti di 99 indagati solo dopo pochi mesi rispetto alla condotta contestata (l’informativa finale è stata depositata a fine giugno 2019 mentre la richiesta di misura cautelare è stata depositata nel novembre 2019)”.
Nel blitz sono impegnati oltre 400 carabinieri del comando provinciale di Catania, supportati dai militari delle altre province della Sicilia e dei reparti specializzati dell’Arma: compagnia di intervento operativo del 12esimo Reggimento Sicilia, squadrone eliportato Cacciatori Sicilia, nucleo Elicotteri e nucleo Cinofili.
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