Enna, 26 set. – Due persone sono state fermate per l’omicidio di Calogero Abati, 29 anni,
imbianchino, ucciso ieri a Piazza Armerina al culmine di una discussione per il pagamento di un lavoro edile da 100 euro.
Sono Vincenzo Puglisi, 20 anni, e suo padre Guglielmo, 52. Agenti della mobile hanno trovato tre coltelli di cui uno insanguinato. A confermare la dinamica del delitto ci sarebbero registrazioni di telecamere di sicurezza.
Guglielmo Puglisi, 52 anni, e il figlio Vincenzo, 20 anni, gestore di un bar erano stati fermati subito dopo il delitto. Guglielmo Puglisi ha dichiarato di avere accoltellato Abati, ma dalle testimonianze raccolte dalla Squadra mobile di Enna e dalla visione delle riprese di una telecamera di sorveglianza, sembra che a sferrare due fendenti mortali che hanno raggiunto Abati al cuore e polmone, sia stato il figlio Vincenzo. Lungamente interrogato il cognato di Vincenzo Puglisi che lavora nel bar. Il giovane e’ stato scagionato ed e’ emerso che ha tentato disperatamente di fermare suocero e cognato, senza riuscirvi.
Abati nella tarda mattinata era andato insieme alla moglie da Puglisi a chiedere 100 euro che vantava per un lavoro edile realizzato per l’uomo che aveva lamentato che questo era incompleto. Poco piu’ tardi Abati era ritornato da solo al bar ed aveva discusso con Guglielmo Pugliesi. Ritornato una terza volta nel pomeriggio era scoppiata la discussione e sembra che sia stato Abati ad estrarre un coltello e colpire Vincenzo Puglisi che ha riportato una ferita alla spalla. A questo punto sembra che Guglielmo Puglisi, vedendo il figlio ferito abbia preso due coltelli ed inseguito Abati, raggiunto poco dopo da Vincenzo che, secondo gli inquirenti, e malgrado il tentativo del padre di accollarsi la responsabilita’ del delitto, avrebbe sferrato i due fendenti. Calogero Abati e’ morto praticamente sul colpo. E’ stata una telefonata alla polizia a dare l’allarme e quando sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Ps di Piazza Armerina il giovane era gia’ morto. Momenti di tensione davanti all’ospedale Chiello di Piazza Armerina dove in pochi minuti sono giunti oltre una trentina di familiari e amici della vittima che chiedevano notizie sulle sue condizioni di salute, insistendo per vedere il giovane. Al termine degli interrogatori Guglielmo e Vincenzo Puglisi sono stati rinchiusi nel carcere di Enna. Previste misure di sorveglianza particolari per i due indagati, considerato che Riccardo Abati, padre della vittima e lo zio Massimiliano Abati, sono detenuti nello stesso carcere. Riccardo Abati e’ stato coinvolto in tre inchieste antimafia della Dda nissena sul racket delle estorsioni e su un giro di rapine effettuate per finanziare il clan che operava tra Piazza Armerina e Aidone.
Con il Superbonus 100% un semplicissimo requisito ti permette di ristrutturare casa senza dover tirare…
Vicino alla cancellazione dal palinsesto Ballando con le Stelle. Milly Carlucci è costretta a mettere…
Un test sulla bella Sicilia, ci sono risposte che nemmeno i veri siculi conoscono, la…
Attento alle banconote false, se paghi qui te le prendi sicuramente. Situazione pericolosa I temi…
Le offerte di Natale all'Ikea sono fuori di testa: non approfittarne è da pazzi. Durante…
Al mattino instabilità sui settori settentrionali dell’Isola con piogge sparse e neve sui rilievi oltre…