Un operaio di 47 anni, Mohamed Boujdouni, originario del Marocco, è morto oggi a causa di un incidente avvenuto nella sede dell’impresa per cui lavorava, in via Ingham. Si tratta di una ditta che si occupa, fra le altre cose, della manutenzione di mezzi pesanti e industriali per conto di varie società partecipate del Comune come Rap e Reset. L’uomo si sarebbe dovuto occupare della riparazione di un autocompattatore ma qualcosa è andata storta ed è rimasto schiacciato.
I colleghi presenti, alcuni dei quali si trovavano in ufficio, hanno sentito urlo, forse coperto dal rumore di qualche macchinario, e hanno provato a soccorrerlo.
Appresa la notizia della morte dell’operaio della Eurotech, azienda che fornisce servizi di manutenzione alla Rap, il presidente Giuseppe Todaro ha così commentato: “È inaccettabile. Non si può morire così e, soprattutto, non si può morire di lavoro. Esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia di Mohamed Boujdouni, ennesima vittima innocente di un sistema che purtroppo non funziona come dovrebbe. Per quanto ci riguarda, chiederò maggiore vigilanza a tutti i livelli e un’attenzione senza deroghe al rispetto delle norme in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Bisogna intervenire sulla prevenzione, non possiamo più indignarci quando veniamo letteralmente travolti da una tragedia”.
“La vera emergenza del nostro Paese si chiama sicurezza sul lavoro – dice Giuseppe Badagliacca di Fiadel Cisal – le morti bianche sono un fenomeno odioso e intollerabile che deve interrogare le istituzioni e in generale il mondo del lavoro. L’operaio della Eurotech morto oggi a Palermo schiacciato da un autocompattatore, durante la manutenzione di un mezzo della Rap, è solo l’ultimo, tragico caso. Esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia e chiediamo controlli più stringenti”.
I consiglieri comunali Mariangela Di Gangi e Massimiliano Giaconia. sono intervenuti commentando così: “Non ci sono parole per descrivere l’ennesima morte sul lavoro che ha colto la nostra comunità cittadina. Ancora una volta le parole sembrano vuote di fronte all’ingiustizia di una vita finita durante l’orario di lavoro. Auspico che venga fatta chiarezza sulle dinamiche ed eventuali responsabilità che hanno portato alla tragedia, ma a prescindere da questo è evidente come siano necessarie misure tangibili e controlli che rendano effettiva e non solo enunciata la sicurezza sul lavoro.
Mi unisco all’appello delle organizzazioni sindacali nel richiedere al sindaco un tavolo di monitoraggio sulla catena degli appalti e di verifica delle condizioni di regolarità lavorativa e di sicurezza. È, infatti, necessario adesso che l’amministrazione comunale ponga la massima attenzione sulle imprese cui affida compiti e incarichi, rendendo impossibile qualsiasi contatto a chi non rispetti i basilari diritti di sicurezza e dignità del lavoro. Oggi non basta piangere Mohamed Boujdouni e stringersi attorno a famiglia e colleghi, occorre fare in modo che tutto questo non accada più”.
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