di redazione
Si aggiunge un altro tassello al caso dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà. Secondo un pentito di Brancaccio infatti, Antonino Li Causi, l’avvocato palermitano era finito nel mirino dei boss per le sue tariffe troppo esose. L’esponente di cosa nostra era uno dei picchiatori di fiducia dei boss, che lo utilizzavano per picchiare i commercianti che non pagavano il pizzo. Nel 2008 gli fu ordinato anche di dare una lezione ad Enzo Fragalà, ma il piano fu poi fermato per ordini superiori. Dichiarazioni inquietanti, considerato che due anni dopo, il penalista fu ucciso a bastonate sotto il suo studio legale. Le parole di Li Causi sembrano rafforzare la pista mafiosa. Anche un’ex esattrice del pizzo, Monica Vitale, aveva parlato anche di una punizione nei suoi confronti per non aver rispetato la moglie di un cliente, in carcere per furto. Ma i magistrati devono fare i conti con Li Causi che dopo aver collaborato con gli investigatori, ha fatto un passo indietro, poiché ripudiato dalla moglie. Nonostante sia stato trasferito in una località segreta. avrebbe ricevuto altre minacce anche da altre famiglie mafiose per farlo zittire. Adesso sembra essere tornato su suoi passi, accettando di collaborare ancora con lo Stato: la sua posizione resta al vaglio dei magistrati e sopratutto della commissione centrale per i collaboratori di giustizia, che non si è ancora pronunciata sul suo status ufficiale.
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