Omicidio di mafia ricostruito tra Giardinello e Montelepre. I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del tribunale su richiesta della Procura distrettuale Antimafia nei confronti di tre esponenti mafiosi ritenuti responsabili dell’omicidio di Bartolomeo Spatola, ucciso il 18 settembre del 2006 tra Montelepre e Giardinello e seppellito all’interno di un terreno di Villagrazia di Carini. Si tratta di Salvatore Lo Piccolo, nato a Palermo il 20.07.1942; Sandro Lo Piccolo, nato a Palermo il 16.02.1975; Andrea Adamo, nato a Palermo il 25.12.1962.
Alla svolta nelle indagini hanno contribuito le recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, uomo d’onore della famiglia di Carini, e quelle dell’altro collaboratore Gaspare Pulizzi che, correlandole ai conseguenti riscontri eseguiti dai militari dell’Arma, hanno consentito di ricostruire il delitto e determinare i ruoli ricoperti dai destinatari del provvedimento restrittivo.
Ecco la ricostruzione dell’omicidio fornita dai carabinieri: “La decisione era stata adottata dal reggente dell’epoca del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, e dal figlio Sandro, i quali, leggendo il contenuto di intercettazioni sviluppate nell’ambito di attività d’indagini ritenevano che Spatola, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, li avesse traditi e si fosse avvicinato al loro rivale, Antonino Rotolo, reggente del mandamento di Pagliarelli, nell’ambito di contrasti già esistenti tra le due fazioni e dovuti al rientro dagli Usa dei cosiddetti scappati, cioè coloro che avevano perso la seconda guerra di mafia e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad allontanarsi dalla Sicilia”.
“La mattina del 18.09.2006, la vittima, che versava in precarie condizioni fisiche ed era in cura con l’ossigeno per gravi patologie respiratorie – continuano i carabinieri – è stata prelevata nei pressi dello svincolo autostradale Capaci – Isola delle Femmine e condotto da Pulizzi, a bordo di una motocicletta, nei pressi del cimitero di Capaci in cui vi era Pipitone che conduceva poi Spatola a Giardinello, in una casa di campagna abbandonata, ove erano giunti poco prima Sandro Lo Piccolo ed Andrea Adamo. La vittima era convinta di partecipare ad un summit di mafia, tanto da aver portato con sé anche alcuni doni (carne di coniglio ed una bottiglia di whisky). Subito dopo, Sandro Lo Piccolo si allontanava e Andrea Adamo, in presenza di Antonino Pipitone, strangolava con una corda Spatola il quale, così come dichiarato da Pipitone “non aveva la forza di stare neanche in piedi… era malato, aveva problemi di asma… aveva sempre il fiatone con l’asma… oltre l’età pure…”.
Dopo una mangiata, gli indagati provvedevano a far sparire il corpo sotterrandolo in un fondo a Viallagrazia di Carini, i cui resti furono rinvenuti nel 2008 grazie alla collaborazione di GAspare Pulizzi.
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