OMC, per l’industria la sfida della cattura e stoccaggio della CO2
RAVENNA (ITALPRESS) – L’Italia produce circa 350 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, di cui circa 80 milioni di tonnellate provengono da attività considerate “energivore” come acciaierie, industrie di ceramiche, cementifici e il comparto della carta. Se ne è parlato a Ravenna nel corso della seconda giornata della Omc – Med Energy Conference and Exhibition 2021. Al centro dell’iniziativa il tema della sostenibilità nel settore dell’energia.
Tra gli obiettivi che la Comunità Europea si pone per il 2030 uno è quello di ridurre del 55%, rispetto al 1990, le emissioni di CO2, per arrivare poi nel 2050 ad essere carbon neutral.
A parlare di CCUS, cioè di cattura, utilizzo e stoccaggio dell’anidride carbonica, e delle scelte di Eni in merito è Luigi Ciarrocchi, CCUS & Forestry (CCUS&F) director del gruppo, che spiega come grazie alle CCS, ovvero “Carbon Capture and Storage” e CCU “Carbon Capture and Utilization”, stanno nascendo nuove strade per la sostenibilità.
“La decarbonizzazione – sottolinea Ciarrocchi – è un tema molto pressante e sappiamo bene che non esiste una sola strada per arrivare agli obiettivi che ci siamo dati per il 2050. È necessario perseguire una serie di strumenti e tecnologie per poter raggiungere l’obiettivo: bisogna promuovere e sostenere le energie rinnovabili, assolutamente necessarie, che rappresentano un punto fondamentale. Come è fondamentale l’efficienza energetica, i biocarburanti, i carburanti a basso contenuto carbonico o addirittura senza contenuto carbonico. Tutte queste azioni rientrano nella strategia di Eni”.
È necessario utilizzare un approccio globale, che comprenda più soluzioni, continua il direttore Eni, “e tra queste un processo tecnologico importante è la cattura delle emissioni di attività industriali come acciaierie, cementifici, cartiere, aziende ceramiche che vengono dette “hard to abate”. In particolar modo – ha proseguito – per queste emissioni bisogna catturare la CO2 emessa da processi industriali, stoccarla in giacimenti depletati in maniera sicura oppure usarla per produrre materiali di alto pregio e valore che possono poi essere utilizzati, per esempio nell’industria dei cementi. Da emissione dannosa diventa dunque qualcosa di utile e che partecipa al ciclo produttivo, con benefici per l’ambiente”.
Un problema che sempre più va affrontato a livello di tutto il pianeta in quanto, specifica Ciarrocchi, che aggiunge: “Se noi saremo virtuosi, ma ad esempio nazioni come Cina o India non lo saranno, continuando a emettere CO2, gli sforzi fatti saranno vani. Serve dunque un approccio sistemico e globale”.
“Dobbiamo utilizzare tutte le soluzioni, la sostenibilità deve essere ambientale, sociale, economica per non lasciare indietro nessuno”, conclude Ciarrocchi.
La XV edizione di Omc si chiuderà giovedì 30 a Ravenna con una sessione dedicata a “Prospettive della transizione energetica: investimenti necessari per sostenere un Sistema energetico decarbonizzato”.