Roma – La ricorrenza del 2 novembre resta un appuntamento da ricordare nel rispetto della tradizione con
una spesa di circa 400 milioni di euro nell’acquisto di fiori, soprattutto crisantemi, anche se la crisi, il calo
delle visite ai cimiteri e l’aumento del ricorso alla cremazione ha dato un duro colpo ad una abitudine
consolidata. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la spesa in fiori per la ricorrenza dei defunti
quest’anno ha superato quella di San Valentino, anche se si registra in entrambi casi una flessione nel numero di
acquirenti. Anche per questo i prezzi sono pressoche’ stabili e si segnala peraltro una grande variabilita’ – continua la
Coldiretti – a seconda del momento e dei luoghi. Per questo e’ opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare
acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi sul mercato. la scelta e’ ampia tra steli
recisi e in vaso donati nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con
uno o piu’ fiori per stelo e – sottolinea la Coldiretti – nei diversi colori. La varieta’ piu’ diffusa di crisantemo e’
l’anastasia I prezzi di vendita al dettaglio per i fiori recisi – riferisce la Coldiretti – variano da 1,5 euro a 7
euro per quelli piu’ grandi e possono arrivare ai 15 euro se si tratta di crisantemi in vaso o di mazzi con piu’ fiori.Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e’ meglio non ridursi all’ultimo momento per gli acquisti, evitare
venditori improvvisati per non alimentare l’illegalità’, preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai
produttori Per fare durare di piu’ i fiori si consiglia – sostiene la Coldiretti – di cambiare l’acqua nei vasi ogni
due o tre giorni e di tagliare il gambo dei fiori cogliendo, se possibile, l’occasione di ripetere la visita di
commemorazione. La produzione del crisantemo e’ sicuramente una delle tecniche piu’ complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che – spiega la Coldiretti – occorre ”programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. Il crisantemo o fiore d’oro (dal greco chryso’s (oro) e a’nthemon (fiore) viene coltivato in Cina ben cinque secoli prima di Cristo. In
Europa, i primi crisantemi furono diffusi alla fine del 1700,prima in Francia, poi in Italia, e in Inghilterra. In
principio era una vera rarita’ esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga. Se in Italia il crisantemo
ci ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – conclude la Coldiretti – e’ fiore nazionale, emblema araldico
della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti
Paesi e’ il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace. Per quanto riguarda i crisantemi la produzione
nazionale di fiori recisi – segnala la Coldiretti – si aggira attorno ai 436 milioni di pezzi, due terzi dei quali sono
ottenuti nei vivai di Campania (regione leader) e Sicilia.Seguono la Toscana, il Veneto e la Lombardia. E’ invece della
Calabria il primato dei crisantemi in vaso con 2,5 milioni di pezzi circa un quarto della produzione nazionale che si
aggira attorno a’ 9,7 milioni. Oltre alla Calabria, la Toscana, il Lazio, la Lombardia e il Veneto sono le regioni
maggiormente produttive. Per la loro resistenza ai rigori dell’inverno – conclude la Coldiretti – anche i ciclamini
risultano essere fiori molto gettonati per la ricorrenza del 2 novembre. Con 9,9 milioni di fiori in vaso, il Veneto vanta
la leadership nazionale seguita da Lazio, Lombardia, Liguria e Toscana per un totale nazionale di 35 milioni di pezzi.
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