PALERMO – Si fermano le assunzioni in Sicilia. Dopo il buon andamento registrato nel 2015, con un incremento di 30.000 posti di lavoro, nel 2016 la crescita del numero di occupati ha subito una battuta di arresto, pur aumentando il numero di ore ore lavorate per addetto.
Lo scorso anno le assunzioni a tempo indeterminato sono state 98.320 (148.702 nel 2015, -33,9 per cento), quelle a termine 213.697 (197.861 nel 2015, +8 per cento) e le assunzioni in apprendistato 12.760 (6.962 nel 2015, +83,3 per cento).
Lo rivela il rapporto di Bankitalia, “Economie Regionali”, presentato ieri a Palermo. “A risentire maggiormente del calo dell’occupazione sono gli uomini, i più colpiti dagli effetti della crisi – si legge nel documento – mentre dal 2014 le donne contribuiscono al buon andamento del mercato del lavoro regionale. La crescita del numero di addetti riguarda solo il settore dei servizi, ma sono emersi segnali di debolezza nella parte finale dell’anno”.
Aumenta l’occupazione a tempo pieno, mentre diminuisce quella a tempo parziale. Rispetto al dato nazionale, nell’Isola il ricorso a forme più flessibili di lavoro rimane molto. Rispetto alla media nazionale l’utilizzo dei voucher per remunerare prestazioni di lavoro accessorio appare comunque contenuto, sebbene registri, a partire dal 2014, tassi di crescita più elevati rispetto alla media nazionale.
“Il rapporto della Banca d’Italia sulla Sicilia, presentato oggi a Palermo, traccia un quadro tutt’altro che lusinghiero della situazione economica dell’Isola, dopo che il precedente report aveva segnalato elementi di crescita sia pure moderata”, afferma il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina.
“Il rapporto evidenzia come la ripresa economica, iniziata nel 2015, sia rimasta debole e non riguardi la generalità dei settori produttivi;come i redditi e i consumi delle famiglie siano aumentati nel corso del 2016 in misura contenuta e la crescita dell’occupazione si sia interrotta nel secondo semestre. Questo significa – aggiunge Messina – che l’avvio di quella che sembrava essere una vera ripresa andava sostenuto con misure adeguate che il legislatore siciliano avrebbe dovuto con tempestività individuare e rendere operative per consentire all’economia dell’Isola di ridurre il gap con altri territori”.
“Purtroppo – conclude il presidente di Confesercenti Sicilia – davanti ad una situazione così complessa e lungi da fare intravedere un superamento vero della crisi, la politica rimane preda delle vecchie logiche e si trastulla con alchimie orientate solo ad occupare stabilmente posizioni di potere Questo conferma che la politica non riesce ad intercettare quelle esigenze che il mondo imprenditoriale rivendica e a dedicare la giusta attenzione per i sacrifici che gli operatori continuano a fare per sopravvivere alle difficoltà congiunturali”.
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