“Siamo lavoratrici e lavoratori siciliani della cultura e dello spettacolo: artisti, maestranze, operatori. Una forza sociale a lungo disgregata e invisibile.”
“Siamo da sempre costretti alla fuga, a rincorrere nell’emigrazione o nell’accomodamento il senso di un percorso di studi, preparazione e passione; le prime vittime di una politica che non riconosce il lavoro culturale come risorsa economica e civile e continua a privare la nostra terra dei suoi innumerevoli talenti.”
“Oggi vogliamo essere una forza unitaria, determinata a tramutare le nostre professionalità in bene materiale da mettere a disposizione della comunità. Rivendichiamo pertanto il diritto, e ci assumiamo il dovere, di riappropriarci e prenderci cura di un bene comune abbandonato per restituirlo alla storia della città.”
“Crediamo fermamente che rimettere in discussione la gestione della pubblica proprietà sia condizione imprescindibile per sperimentare nuove forme partecipate e consapevoli di organizzazione del territorio, del lavoro e della creatività collettiva; che la pubblica proprietà debba ritornare a essere luogo dei diritti e del poter fare, contro l’indiscriminato accumulo privato, il commercio fuori controllo, l’abbandono del patrimonio e l’alienazione dei beni comuni operata dalle caste amministrative di ogni colore.”
“È per queste ragioni che ci assumiamo la responsabilità di occupare e riaprire un cantiere in abbandono al fine di riqualificare, come luogo di produzione e formazione culturale, una parte dell’area dell’ex Teatro Coppola (in via del Vecchio Bastione, quartiere Civita), primo Teatro Comunale della Città di Catania inaugurato nel 1821 e quasi completamente distrutto dai bombardamenti americani l’8 luglio 1943. Questo spazio, utilizzato per anni dal Teatro Massimo Vincenzo Bellini come laboratorio scenografico, sarebbe dovuto diventare sala prova per l’orchestra dell’ente lirico ma il progetto (avviato nel 2005) è stato sospeso e il cantiere abbandonato.”
“Oggi vogliamo che il Teatro Coppola ridiventi, attraverso il lavoro volontario di ognuno di noi, libero teatro dei cittadini, laboratorio indipendente di formazione artistica e professionale, risorsa sociale per il quartiere e la città intera.”
“Una città ricostruisce la propria cultura attraverso le azioni e i modelli che queste azioni producono, e alla città, a tutte le sue componenti sociali, culturali ed economiche, chiediamo di partecipare con donazioni di tempo, testimonianze, competenze, materiali e attrezzature, perché insieme si costruisca un patrimonio comune dell’incontro e dello scambio attraverso un modello condiviso di gestione diretta, paritaria e dal basso.”
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