Nuovo questore Catania. Alberto Francini, napoletano classe 1957 prende il posto di Giuseppe Gualtieri, nominato prefetto dopo appena dieci mesi trascorsi ai piedi dell’Etna. Al suo posto, arriverà da Pisa il questore Alberto Francini.
Francini, dal 20 aprile 2015 in servizio in Toscana è esperto di ordine pubblico nelle manifestazioni sportive, per circa vent’anni è stato in servizio allo stadio San Paolo di Napoli, per un totale di circa 600 partite.
Ieri mattina, dopo aver deposto una corona d’alloro presso la lapide dedicata a tutti i poliziotti catanesi caduti nell’adempimento del dovere, il dott. Francini si è recato presso il cimitero di Acireale per rendere omaggio alla memoria del compianto Filippo Raciti, l’ispettore capo della Polizia di Stato morto tragicamente nel febbraio del 2007 in occasione dell’incontro di calcio Catania-Palermo, vittima di un assalto alle Forze dell’Ordine organizzato da un gruppo di ultras etnei nei pressi dello stadio.
Alle ore 11,30, presso la sala riunioni della Questura di Catania, in piazza Santa Nicolella 8, il Questore ha incontrato i rappresentanti della stampa.
Francini ha parlato per circa mezz’ora e ha analizzato la questione criminalità organizzata. “Negli ultimi decenni sono state scompaginate le cupole mafiose e adesso, senza grandi boss, c’è una manovalanza sciolta che è difficile da contrastare. La mafie hanno cambiato forma ma non sono scomparsi gli affari, che spesso travalicano i confini nazionali e non per questo sono meno pericolose”.
Francini non si sbilancia quando gli si chiedono le mosse che hai in mente nei primi 100 giorni: “Non ho un programma specifico perché devo ancora calarmi nella realtà – spiega -. Chiaramente non c’è molto tempo per studiare ma essendo meridionale, come voi, ho un marcia in più”.
“La morte di Raciti ha segnato una rottura rispetto al passato. Possiamo definirlo lo spartiacque nella sicurezza degli stadi».
Uno dei temi che stanno più a cuore a Francini è proprio quello della sicurezza negli impianti sportivi. Tra stadi di proprietà, sicurezza interna in mano ai club e fidelizzazione dei tifosi: “C’è ancora molto da fare – analizza – Gli stadi devono essere buttati a terra e ricostruiti. Da questo punto di vista è stato fatto solo il cinque per cento in Italia con pochi esempi virtuosi a Udine, Reggio Emilia e Torino”.
Giornata all'insegna del tempo instabile sui settori settentrionali della regione con nuvolosità irregolare associata a…
Obesità e mancanza di mezzi sono stati, fino ad ora, un binomio capace di soffocare…
Comprare casa nel 2025 è ancora conveniente? Quali sono le agevolazioni fiscali previste? Le agevolazioni…
L'intervista, poi interrotta, di Teo Mammucari al programma "Belve" ha lasciato e continua a lasciare…
Nel corso delle ultime settimane, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di…
Approvato dall'assessorato regionale dell'Istruzione il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia…