Noto, concluso il terzo Convegno Internazionale di Bioetica
Si è concluso il III Convegno Internazionale di Bioetica, tenutosi nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15 settembre presso l’Aula Magna “Giovanni Paolo II” del Seminario Vescovile di N…
{jumi [code/google200x200.html] }
di redazione
Si è concluso il III Convegno Internazionale di Bioetica, tenutosi nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15 settembre presso l’Aula Magna “Giovanni Paolo II” del Seminario Vescovile di Noto. I lavori della manifestazione, dal titolo “Venire al mondo: i luoghi dell’invisibile – l’umiltà ed il trascendente come esercizio di cura e ospitalità”, hanno visto illustri esperti discutere diverse tematiche inerenti il vasto campo della Bioetica, con interventi e dibattiti capaci di coinvolgere il pubblico di uditori che ha partecipato al Convegno.
Alla manifestazione, patrocinata dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, hanno relazionato alcune tra le più illustri personalità del settore, tra le quali il prof. Pierluigi Bruschettini, docente di Pediatria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Genova; il prof. Bruno Dallapiccola, Direttore Scientifico Ospedale Bambin Gesù, Roma; il prof. Gian Antonio Dei Tos, medico, bioeticista, Direttore del Servizio “Qualità, etica e umanizzazione” ULSS 7 del Veneto, Veneto; il prof. Graziano Martignoni, docente di Psicopatologia, Università di Friburgo, Svizzera; il prof. Fortunato Di Noto, Presidente dell’Associazione Meter, Avola; il prof. Pietro Grassi, ISSR all’Apollinare, Pontificia Università della Santa Croce, Roma, nonché membro del Comitato scientifico del Convegno, insieme al prof. Antonio Stefano Modica e a Mons. Staglianò.
Durante i lavori del Convegno, strutturato in quattro sessioni (I: Venire al mondo – II: Dall’emozione alla parola – III: La vita alla prova del tempo – IV: Quando il dolore diventa muto), la riflessione bioetica è stata delineata dall’apporto scientifico delle relazioni esposte su temi come nascita, vita e cura del malato, unitamente a momenti di dibattito unitario tra scienza, teologia e spiritualità, perché «senza il rapporto con l’infinito e la trascendenza, ammonisce Mons. Staglianò, la nostra natura umana si avvia alla degenerazione e all’impoverimento». Si è dato atto dunque, come ormai tradizione, ad un discorso libero da luoghi comuni e dogmatismi, tentando di giungere ad una visione equilibrata dell’esistenza, una visione in cui, secondo il prof. Modica, «Il Magistero della Chiesa incoraggia la scienza biomedica affinché sia veramente rispettosa della dignità di ogni essere umano e del suo venire alla luce […] con la volontà di preservare il bene più prezioso: la vita umana».
Il Convegno, aperto a tutti, ma rivolto in particolare a medici, infermieri, farmacisti, ostetrici, biologi, tecnici di laboratorio, psicologi e personale operante nelle strutture socio-sanitarie, nelle due giornate ha visto la partecipazione di 320 uditori in totale, tra i quali 220 convegnisti, 55 accreditati E.C.M. (secondo le norme del Programma Nazionale per la Formazione degli operatori della sanità), 15 seminaristi e 20 studenti della 5a classe dell’Istituto Superiore “Matteo Raeli” di Noto, nonché giuristi e insegnanti, numeri che confermano la costante crescita del Convegno netino e la progressiva internazionalizzazione dell’evento stesso.