Era agli arresti domiciliari, adesso si aprono le porte del carcere per Salvatore Garofalo, 25 anni, palermitano. Ad avere eseguito l’aggravamento della misura è stata la polizia.
Garofalo, come spiegano gli inquirenti, in più occasioni negli ultimi tempi non è risultato presente nella sua abitazione dove si trovava in regime di arresti domiciliari e dalla quale si era allontanato senza l’autorizzazione del magistrato.
Così come accertato dai poliziotti del Commissariato di P.S. “Oreto-Stazione”, Garofalo era stato arrestato in flagranza di reato, il 5 maggio 2016, insieme ad altri due complici in quanto si era reso responsabile del reato di tentato furto aggravato presso uno stabile in via dell’Università.
Garofalo, insieme agli altri complici, venne scoperto dalle Volanti della Polizia mentre stava pianificando di rubare all’interno di uno stabile.
I quattro complici cercarono di sottrarsi alla cattura fuggendo per varie vie, ma per tre di loro sarebbe andata male, alla luce dell’intervento dei poliziotti.
Garofalo venne trovato dai poliziotti in via Bologna all’interno di un cassone amovibile, utilizzato per la raccolta di materiale di risulta, ove si era nascosto.
Per questo reato, in data 11 luglio 2016, il Tribunale di Palermo lo ha condannato ad un anno ed otto mesi di reclusione, condanna confermata anche in Appello.
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