ROMA (ITALPRESS) – “Qualcuno da una parte ha sottoscritto la scommessa del governo Draghi, votando la fiducia e condividendo un’agenda che il premier ha offerto in maniera molto chiara al Paese, ma magari poi in realtà un po’ rema contro o non è contento delle scelte che si stanno facendo. È un peccato perché sono scelte utili al Paese, disegnano un cambio di passo e una svolta ormai oggettiva”. Lo ha detto Luciano Nobili, deputato di Italia Viva, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress, rispondendo a una domanda in merito al dibattito di questi giorni sul tema del lavoro.
“Siamo ai cento giorni del governo Draghi – ha continuato -, sui vaccini abbiamo cominciato a correre e ci sono risultati evidenti, sul decreto Sostegni si è fatto quel che si poteva cercando di indirizzare le risorse dove c’erano le emergenze maggiori e poi c’è il Pnrr, importante per il futuro”.
“Il blocco dei licenziamenti – ha affermato – sembra una bella cosa, in realtà non è così perché veniamo da un anno e mezzo terribile, l’Italia ha perso più di dieci punti di Pil e qualche centinaio di migliaia di posti di lavoro”. Per Nobili, se l’Italia “sta imboccando la strada della ripartenza è il momento di interrompere le misure”. Inoltre, secondo il deputato, “il Pnrr è una grande rivoluzione perché in Italia abbiamo avuto tante riforme senza risorse” e adesso invece “mette insieme riforme e grandi investimenti”.
Chi farà queste riforme? “Deve farle il governo Draghi, da qui al 2023. E spero – ha proseguito – che il lavoro di Draghi possa continuare anche dopo il 2023. Abbiamo cominciato questa legislatura con l’Italia che sembrava entrata nella bolla sovranista e populista. Tre anni dopo queste forze votano la fiducia al più europeista degli europeisti, Mario Draghi. Nessuno di noi ci avrebbe scommesso un fiorino il giorno dopo le elezioni del 2018. Non vorrei che molte di quelle forze che oggi stanno con Draghi – ha aggiunto -, in una sorta di tela di Penelope, la mattina scrivano il Recovery plan e la sera distruggano la tela delle riforme, perché da queste ultime passa il futuro del paese”.
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