Il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazione basato sulla presenza di quattro satelliti in orbita che trasmettono informazioni ad altrettante stazioni di terra, per monitorare tutto ciò che accade in ogni angolo del globo.
Se mi chiedessero possiamo mettere vicino casa tua un antennone gigante che emette radiazioni elettromagnetiche, che forse sono poco nocive oppure potrebbero creare danni permanenti a tua figlia (su questo la scienza non si è ancora espressa univocamente), risponderei come i tanti pacifisti a senso unico: “Yankee go home”.
Se invece la domanda fosse: “Vuoi un sistema di controllo in grado di intercettare e distruggere in tempo reale qualsiasi tipo di missile lanciato verso la Sicilia dai tagliagole dell’ISIS, o da Al Qaeda, o per la Festa di S. Anna al Borgo Vecchio (che mi sveglia la domenica alle 7 di mattina), risponderei: “Fate pure”.
Questa contraddizione insanabile gli americani la sintetizzano con l’acronimo NIMBY (Not In My Back Yard): fatelo ovunque ma non dentro il mio cortile. Insomma se dovessi decidere io, consiglierei Obama di comprarsi un pezzetto di Sahara e metterci il Muos.
Questa digressione mi è servita per dire che solidarizzo con gli abitanti di Niscemi, ma ricordo anche a me stesso che se John Kennedy (mito dei democratici di tutto il mondo) non avesse portato il pianeta sull’orlo della terza guerra mondiale durante la crisi di Cuba, forse non avremmo vissuto i successivi cinquanta anni di relativa pace.
Chiarito come non la penso sul Muos, devo spiegare che c’entra Crocetta.
Il nostro Presidente della Regione ha fatto campagna elettorale dicendo che avrebbe revocato l’autorizzazione a costruire il Muos, rilasciata dal suo predecessore Lombardo. E, contrariamente a tanti suoi annunci, lo ha pure fatto. Il guaio è che Saro da Gela ha una idiosincrasia insuperabile per il diritto amministrativo: quando ritiene che una cosa sia giusta (a suo personalissimo giudizio) lui prende la sua decisione e va come un treno, che si tratti di revoca di concessione, di licenziamento, di mancato accreditamento, insomma tutto quello che fa una pubblica amministrazione.
Il suo “cerchio tragico” di collaboratori posti al vertice della burocrazia, dopo aver provato invano a spiegargli che esiste un quadro normativo con cui fare i conti, si è adeguato ed esegue ogni suo ordine, come è successo nella Formazione professionale, che doveva essere riformata ed è stata rasa al suolo.
Adesso i nodi sono arrivati al pettine: da quando esiste la Regione Siciliana, non c’è mai stata una percentuale tanto alta di ricorsi persi e di provvedimenti annullati alla pubblica amministrazione.
E’ stato così anche per il Muos: Crocetta ha revocato l’autorizzazione, senza rendersi conto di averla annullata (differenza sostanziale in diritto amministrativo); poi quando una commissione di esperti della sanità ha detto che in fondo il Muos non era tanto pericoloso, ha revocato la revoca, che però non era revocabile perché si trattava di annullamento.
Per soprammercato gli esperti da lui nominati in seno alla Commissione, si erano espressi in maniera difforme circa la pericolosità delle antenne e quindi anche la motivazione del nuovo via libera per il Muos, era viziata.
(Nomino degli esperti per un parere, questi dicono che il pericolo c’è ed io agisco come se non ci fosse).
Insomma il solito pasticcio in salsa gelese, per cui si finisce dalla parte del torto anche quando si ha ragione. Il tutto pagato da noi.
E’ per questo che quando sento dire: ” No Muos” rispondo: “No Crocetta”.