Niscemi: tra i manifestanti No Muos, adesso ci sono anche le piante di Fabrizio Panone
di Sandro Cannizzo
A Niscemi, le piante scavalcano il recinto della base militare americana. Un vero e proprio popolo clorofilliano: donne fatte di agavi, uomini di fico d’india, bambini di giunco che, oscillando con l’aiuto del vento…
di Sandro Cannizzo
Niscemi (Cl), 26 Mar. – A Niscemi, le piante scavalcano il recinto della base militare americana. Un vero e proprio popolo clorofilliano: donne fatte di agavi, uomini di fico d’india, bambini di giunco che, oscillando con l’aiuto del vento, danno l’impressione di muoversi per scavalcare il recinto militare americano.
L’effetto ottico è davvero sorprendente: 40 figure antropomorfe, alte più di 2 metri, realizzate con piante autoctone, nell’atto di arrampicarsi lungo la recinzione della base militare U.S. Navy, costruita nel cuore della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi (Sito di Interesse Comunitario).
L’artista si chiama Panone, maestro d’arte floreale e designer: “Qui, tutti quanti rivogliono la propria Riserva: le persone, gli animali e, sono sicuro, anche le piante” – ha dichiarato, esprimendo piena solidarietà per gli attivisti – “Sto dalla parte della Natura e per questo ho voluto interpretare la volontà della vegetazione tipica del luogo: quella di riappropriarsi della propria terra”.
Il 30 marzo 2013, per la giornata nazionale No Muos (Mobile User Objective System, il sistema satellitare americano che ha sollevato molte polemiche da nord a sud) è possibile ammirare un’opera monumentale che vede le piante prendere le sembianze umane e “scendere in piazza” a protestare assieme alle persone in carne e ossa.
“In questa zona, mi risulta che un cittadino italiano non può costruire nemmeno una capanna per ripararsi dalla pioggia perché deturperebbe il paesaggio. Com’è possibile allora che i militari usa possono permettersi oltre 40 antenne, radar e parabole?” polemizza l’artista.
Alla scottante questione sull’inquinamento elettromagnetico e i rischi per la salute ad esso collegati, ecco riaperta la querelle riguardo il fondamento giuridico delle basi americane in Italia (se cioè sia conforme all’ordinamento italiano); sul fatto che il governo mantenga segreti i termini di taluni accordi istitutivi delle basi americane; in merito alle condizioni di utilizzo della base.
Uno spettacolo da non perdere, di fronte a uno scempio ambientale da non sottovalutare.