Si potrebbero aprire nuovi scenari politici all’interno del Movimento Cinque Stelle, dopo le dichiarazioni del magistrato Nino Di Matteo, intervenuto ieri ad un convegno organizzato alla Camera dei Deputati, proprio dai deputati grillini.
Il PM palermitano, titolare dell’inchesta sulla Trattativa Stato-Mafia, lascia intendere chiaramente che non disprezza la scelta di un impegno diretto in politica, anche se mette in chiaro che sarebbe l’inizio di un percorso che non potrebbe prevedere passi indietro.
“L’eventuale impegno politico di un pm non mi scandalizza, – ha affermato Di Matteo – ma penso che un eventuale scelta di questo tipo debba essere fatta in maniera definitiva e irreversibile, ovvero è incompatibile con la pretesa poi di tornare a fare il giudice”.
Da Di Pietro, a De Magistris e Ingroia, tanti sono stati i magistrati che in questi anni si sono tolti la toga e hanno accettato la sfida elettorale, non senza attirare polemiche. Allo stesso modo ci sono quei giudici, come Piercamillo Davigo e Raffaele Cantone, che da sempre si dichiarano contrari.
Di Matteo, di fronte alle domande di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, non conferma nè smentisce di accettare un ipotetico invito del Movimento Cinque Stelle a ricoprire la carica di ministro della Giustizia, ma da in sostanza un giudizio positivo. “Non sono d’accordo, afferma il magistrato palermitano – con Davigo e Cantone e con chi pensa che l’esperienza di un magistrato non possa essere utile alla politica”.
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