Nello Musumeci incontra ministro dell’Istruzione. «È necessario recuperare la qualità dei processi educativi rivolti ai nostri giovani, contrastare l’elevato tasso di dispersione scolastica, quindi potenziare il tempo pieno, oltre a procedere con l’adeguamento degli organici di diritto e far fronte alla limitata disponibilità di insegnanti di sostegno».
Sono le richieste che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, e l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla, faranno martedì prossimo al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso di un incontro a Roma.
La giunta regionale ha fatto una ‘fotografia’ dell’attuale situazione, stilando un ‘decalogo’ da consegnare al governo Conte, con l’obiettivo di avviare una proficua collaborazione istituzionale sui gravi problemi che affliggono il sistema dell’Isola: avvio della sperimentazione connessa al potenziamento del tempo pieno scolastico nella fascia dell’obbligo; superamento delle difficoltà registrate nel reclutamento dei docenti di sostegno, anche con il ricorso ad assegnazioni provvisorie di docenti siciliani, in atto operanti in altre Regioni italiane e provvisti di specifica specializzazione o, in mancanza, di pregressa e pluriennale esperienza didattica; adeguamento degli organici di diritto, a seguito del sensibile ridimensionamento di questi ultimi per effetto di valutazioni, in atto limitate al solo dato demografico; implementazione degli interventi correlati al superamento dell’attuale povertà educativa, particolarmente presente nelle aree territoriali a maggiore disagio sociale e più alto indice di criminalità.
« Stiamo mantenendo fede – afferma il presidente Musumeci – agli impegni presi una con una delegazione di insegnanti ‘deportati’, alla quale avevamo assicurato l’impegno del governo regionale a rappresentare, al nuovo esecutivo centrale una volta insediatosi, le istanze legittime di migliaia di persone. E’ necessario intervenire rapidamente e congiuntamente con il governo nazionale sulla complessa situazione della scuola siciliana, in linea anche con l’intesa siglata tra i sindacati e il ministero sulle assegnazioni provvisorie del personale. È un passo importante, all’insegna di una proficua cooperazione inter-istituzionale, che pone avanti gli interessi delle famiglie e dei ragazzi siciliani».
Su quest’ultimo aspetto, la posizione del governo regionale è in linea con quanto convenuto tra il ministero e le sigle sindacali. Già il prossimo anno, molti docenti siciliani trasferiti al Nord potranno ritornare in sede e 6.500 potranno ottenere le assegnazioni provvisorie per i posti di sostegno.
«Tuttavia – aggiunge l’assessore Lagalla – ancora molto rimane da fare per rispondere adeguatamente alle esigenze delle famiglie siciliane e degli studenti disabili, che hanno diritto ad un’adeguata assistenza per affrontare al meglio il loro percorso di studi. Ed è soprattutto di questo che parleremo martedì a Roma con il ministro Bussetti».
Emerge la forte preoccupazione del governo Musumeci per la complessiva situazione della Scuola siciliana che, a oggi, presenta alcuni aspetti di particolare e penalizzante criticità che rendono necessario, d’intesa con il Governo nazionale e con il contributo operoso dell’intera rappresentanza politica siciliana, adottare urgenti misure di riequilibrio e di recupero della qualità educativa, per garantire al personale delle scuole adeguate condizioni lavorative e ai ragazzi siciliani migliori opportunità di apprendimento e qualificate prospettive di lavoro, in grado di colmare, nel tempo, acclarate disparità culturali ed evidenti disuguaglianze socio-economiche che condizionano il processo di sviluppo territoriale dell’Isola e contribuiscono ad alimentare quella documentata povertà educativa nella quale cresce e si afferma la cultura dell’illegalità, della prevaricazione e del crimine organizzato.
«Occorre ridare – conclude il governatore – dignità alle istituzioni scolastiche, perché dobbiamo essere in condizioni di offrire ai ragazzi le migliori opportunità di apprendimento e di crescita civile. Solo in questo modo sarà possibile intervenire positivamente sullo sviluppo territoriale dell’Isola e contrastare la povertà educativa che, purtroppo, ancora caratterizza la nostra Regione».
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