Nave Mar Jonio davanti Lampedusa. Non c’è l’autorizzazione allo sbarco e il modus operandi sembra lo stesso della vicenda Diciotti o della SeaWatch dello scorso gennaio.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non concede l’autorizzazione allo sbarco ai 49 migranti tra cui 12 minori, tratti in salvo ieri da un gommone in avaria a largo delle coste libiche. Non solo, ieri sera ha firmato in fretta e furia una circolare, diramata poi tutte le forze dell’ordine per impedire lo sbarco.
Il primo cittadino di Lampedusa Totò Martello non chiude il porto dell’isola e di fatto fa sapere che per l’amministrazione comunale si può procedere allo sbarco: “Se la nave arriva e vuole entrare, il porto è aperto e possono entrare. Non ci sono forze dell’ordine davanti al porto che bloccano chi vuole entrare”.
Uno dei migranti che era a bordo della nave Mare Jonio è stato fatto scendere e accompagnato nell’ambulatorio di Lampedusa. L’uomo avrebbe sintomi di una polmonite come confermato da Alessandra Sciurba portavoce di Mediterranea.
Non si è fatta attendere neanche la dichiarazione del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Se una nave, a maggior ragione se battente bandiera italiana, salva dei naufraghi, il diritto italiano ed internazionale prevede che ai naufraghi sia garantito un approdo sicuro, presso il quale si potranno vare le necessarie verifiche sul loro status di rifugiati, migranti, richiedenti asilo o altro.
Se il Ministro dell’Interno ritiene che il comandante e l’equipaggio della Mare Jonio abbiano violato delle leggi, li lasci sbarcare così da permettere alla Magistratura di fare il proprio lavoro e fare le dovute verifiche.
Altrimenti potremmo pensare che il rifiuto di fornire assistenza a persone che si presume siano in situazione di pericolo, sia solo dettato da razzismo e dalla volontà di favorire l’immigrazione clandestina gestita tramite canali illegali gestiti dai criminali, piuttosto che tramite canali alla luce del sole come quelli usati dalla rete di Mediterranea”
“Il governo è già al lavoro in queste ore. Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo – ha detto il vicepremier e ministro Luigi Di Maio a Radio anch’io – perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole”. E assicura che “non sarà un nuovo caso Diciotti”.
Ma intanto Salvini continua a chiedere a gran voce che vengano presi dei provvedimenti: “Arrestateli – chiede il ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo la prima riunione del tavolo tecnico, convocato d’urgenza stamattina al Viminale Salvini – se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o carabinieri viene arrestato. Conto che questo accada”.
Secondo il Viminale “la priorità rimane la tutela delle vite ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare”. “Qualsiasi comportamento difforme”, sostiene il Viminale, “può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani”.
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