NautiLab, il cantiere nautico del futuro è a Palermo
Combattere la dispersione scolastica, trasmettere competenze professionali, valorizzare l’inventiva e la creatività dei giovani palermitani, creare un modello che faccia da apripista per future esperienze anche in altri territori. Sono questi gli obiettivi, ambiziosi ma realizzabili, di NautiLab, un innovativo progetto sociale che ha preso il via a Palermo.
Nei prossimi mesi gli spazi dell’Istituto Tecnico Settore Tecnologico Vittorio Emanuele III ospiteranno un vero e proprio cantiere nautico, dotato delle tecnologie più avanzate, dove gli studenti costruiranno un Mini 6.50 proto. A guidarli, l’eterogeneo team che ha promosso il progetto: l’Associazione L’Erbavoglio, l’Istituto Vittorio Emanuele III e Yam Srl, con il patrocinio del Comune di Palermo.
Officine Nautiche Giovanili e percorsi di cittadinanza attiva
I protagonisti saranno 12 ragazzi neodiplomati, tra cui alcuni giovani che vivono condizioni di disagio sociale ed economico e alcuni ex-alunni dell’ITI Vittorio Emanuele III. Guidati da tutor esperti, i ragazzi si metteranno alla prova in cantiere per costruire il Mini 6.50, che rimarrà a disposizione dell’Istituto per le attività formative curriculari. Una barca veloce, competitiva e pronta a navigare. Le selezioni sono aperte: c’è tempo fino al 3 giugno per candidarsi al bando, disponibile al link https://www.nautilabproject.org/bando.
La barca: perché un Mini 6.50
Chi ha dimestichezza con nautica e vela sa che il Mini 6.50 è una sfida, tanto in cantiere quanto in acqua. La barca, lunga solo 6 metri e mezzo e utilizzata per regate in solitario, le più importanti delle quali in oceano, è da sempre ritenuta il “parco giochi” dei progettisti che vogliono osare con nuove idee, soluzioni costruttive, materiali.
Francesco Belvisi, responsabile della progettazione e dell’area tecnica, commenta così: «Avremmo potuto costruire una barca come centinaia di altre, utilizzando un progetto che esiste già e tecnologie attuali. Sarebbe stato più semplice, più veloce, meno costoso. E, secondo noi, meno interessante e meno utile per tutti coloro che sono coinvolti. Invece abbiamo scelto di puntare sul nuovo, di anticipare i tempi invece di inseguirli”.
Gli obiettivi
“Il progetto nasce con una profonda attenzione a Palermo e alla Sicilia, ma non intende certo fermarsi qui. Trattandosi di un modello scalabile e replicabile, altre realtà scolastiche di tutt’Italia (e non solo) possono prenderlo ad esempio, adattandolo al loro contesto. In questi mesi dunque saremo impegnati non solo a portare avanti il progetto ma anche a raccontarlo, comunicarlo e a trovare partner con cui fare rete e avviare sinergie virtuose”, spiega Marco Vella, coordinatore delle attività.
I Partner
Capofila e coordinatore dei lavori è l’associazione di promozione sociale L’ErbaVoglio, ente no profit nato nel 2008 per promuovere percorsi inclusivi di educazione alla cittadinanza tramite metodi dell’educazione non formale. Inoltre ospita il progetto FabLab@School (sostenuto da Fondazione con il Sud), uno spazio di condivisione di idee e progettazione partecipata per i ragazzi, dotato di macchinari innovativi come le stampanti 3D.
Il progetto della barca è fornito da Yam S.r.l., nata come start-up nel 2008 all’interno del Consorzio ARCA, l’incubatore di imprese dell’università di Palermo. Yam pianifica, progetta e sviluppa imbarcazioni innovative, che si distinguono le loro qualità estetiche, formali e funzionali; e per NautiLab seguirà in prima persona gli aspetti tecnici, i fornitori e i laboratori.
A patrocinare i lavori, garantendo l’indispensabile supporto istituzionale, è il Comune di Palermo, impegnato da anni nella lotta alla dispersione scolastica, nella promozione della cultura della legalità e dell’identità culturale della città.
Il progetto è finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.