L’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, ha firmato il decreto che riconosce due nuovi Ecomusei in Sicilia. Si tratta del “Oikomuseo del grano e della cultura locale”, che ha come capofila il Comune di Baucina (PA) e dell’Ecomuseo “Dalle Valli al Mare”, proposto dall’Associazione Culturale FACITUR di Ciminna (PA).
I due nuovi organismi vanno ad aggiungersi agli undici già autorizzati in tutto il territorio regionale per la valorizzazione del patrimonio culturale siciliano.
“Due nuovi ecomusei si aggiungono a quelli già riconosciuti dalla Regione Siciliana – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana, Alberto Samonà – e questo è per noi un segnale importante di come, partendo dai territori, sia possibile declinare in forma attiva il tema dell’identità culturale. Nati per salvaguardare il patrimonio immateriale di un territorio e di una comunità, infatti, gli ecomusei finiscono per valorizzarne il vissuto facendo riemergere anche la memoria delle personalità che hanno caratterizzato la storia dei luoghi e rafforzando l’orgoglio di appartenenza; questo vuol dire mantenere viva e salda l’identità stessa dei territori. Dobbiamo ripartire dalle componenti antropologiche ed economiche per costruire uno sviluppo che non snaturi e violenti i luoghi ma che ne metta a reddito il valore aggiunto che è espressione dell’unicità di ogni singolo luogo. É una politica di rilancio e riqualificazione economica – aggiunge l’assessore Samonà – assolutamente inversa e rivoluzionaria che sconfessa le strategie attuate in Sicilia a partire dagli anni ’60 del secolo scorso che hanno puntato a svuotare di valore e di prospettiva i piccoli centri della Sicilia riducendo a zero sia la capacità attrattiva che ogni possibilità di sviluppo. Come Governo Musumeci abbiamo deciso di ripartire dal particolare per offrire a un mondo globalizzato e omogeneo, la possibilità di riscoprire in Sicilia il valore e la bellezza della differenza”.
La legge definisce l’Ecomuseo come “forma museale mirante a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità. Esso costituisce un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio e si attua attraverso un progetto condiviso e integrato di tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un territorio geograficamente, socialmente ed economicamente omogeneo, connotato da peculiarità storiche, culturali, materiali ed immateriali, paesistiche ed ambientali”.
Recupero, quindi, nell’ottica di un rilancio capace di promuovere una pianificazione turistica sostenibile che valorizzi il territorio regionale attraverso percorsi e itinerari di visita che favoriscano la conoscenza e la comprensione degli ambienti naturali, del patrimonio territoriale nelle sue componenti ambientali, storico-culturali, produttive e demo-etno-antropologiche.
Questo vuol dire anche mantenimento e recupero delle attività tradizionali e degli antichi mestieri, l’avvio di botteghe-scuola per la riscoperta degli antichi saperi, che stanno riacquistando forte appeal in quanto espressione di creatività e unicità che si stavano perdendo.
La legge riconosce come finalità prioritarie degli Ecomusei il rafforzamento del senso di appartenenza e la consapevolezza delle identità locali, attraverso il recupero e la riproposizione in chiave dinamico-evolutiva delle radici storiche, culturali e politico-civili delle comunità; l’attivazione di meccanismi di partecipazione diretta delle comunità ai processi di valorizzazione, ricerca, fruizione attiva e promozione del patrimonio culturale-materiale, immateriale-sociale e ambientale della Regione, compresi i saperi tramandati e le tradizioni; la conservazione, il ripristino, il restauro e la valorizzazione degli ambienti di vita e di lavoro tradizionali con lo scopo di tramandare le testimonianze della cultura materiale e ricostruire le abitudini delle popolazioni locali, le relazioni con l’ambiente circostante, le tradizioni religiose, culturali e ricreative, l’utilizzo delle risorse naturali, delle tecnologie, delle fonti energetiche e delle materie impiegate nella produzione agricola, silvicola, artigianale e industriale.
Importante obiettivo è la valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale del territorio, funzionale alla costruzione e rivitalizzazione di reti di attività e servizi, con lo scopo di promuovere la sostenibilità ambientale e sociale di un’area omogenea e offrire occasioni di sviluppo economico, di impiego e di produzione di beni e di servizi che siano espressione della comunità.
Il tutto nel tentativo anche di sostenere quelle attività di documentazione, catalogazione, ricerca scientifica e didattico-educativa relative all’ambiente, al paesaggio, alla storia e alle tradizioni locali.
“Ecomuseo Mare Memoria Viva” proposto dall’Associazione Mare Memoria Viva, Palermo
“Ecomuseo delle Madonie” proposto dall’Unione dei Comuni “Madonie”, Castellana Sicula
“Oikomuseo del grano e della cultura locale”, capofila il Comune di Baucina e la pro-loco
“Ecomuseo Dalle Valli al Mare”, proposto dall’Associazione Culturale FACITUR di Ciminna
“Ecomuseo della Grotta del Drago, della Cava e della città di Scordia”, proposto dall’Associazione Parco Cava-Grotta del Drago, Scordia
“Ecomuseo del Cielo e della Terra” proposto dalla Fondazione Città del Fanciullo, Acireale
“Ecomuseo della Valle del Loddiero” proposto da Club per l’Unesco di Militello Val di Catania
“Ecomuseo Riviera dei Ciclopi” proposto dal Comune di Acicastello
“Ecomuseo dei Cinque Sensi” proposto dall’Associazione di promozione sociale “Ecomuseo dei Cinque Sensi”, Sciacca
“Ecomuseo I Sentieri della Memoria” proposto dall’Associazione “Zabara” di Campobello di Licata
“Ecomuseo I luoghi del lavoro contadino”, proposto dall’Associazione per la Conservazione della Cultura popolare degli Iblei, Buscemi-Palazzolo Acreide
“Ecomuseo degli Iblei” proposto dall’Associazione Sistema Rete Museale Iblei, Canicattini Bagni
“Ecomuseo Rocca di Cerere Geopark”, proposto dalla Società consortile Rocca di Cerere Geopark, Enna
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