Mutui, i tassi crollano e la ‘truffa’ si fa strada sempre di più: pensi che sia positivo ma ti sbagli di grosso

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Mutuo – fonte pexels – sicilianews24.it

È un periodo complicato per chi deve accedere ai mutui, tra tagli dei tassi e incognite sul futuro.

Da oltre un anno i tassi di interesse sono in costante diminuzione, influenzati dai tagli applicati dalla BCE e dalle politiche monetarie adottate in risposta alle dinamiche economiche globali. Il Rapporto Abi di ottobre 2024, infatti, evidenzia una riduzione dei tassi medi per mutui e prestiti, offrendo nuove opportunità a famiglie e imprese.

Il rapporto mensile Abi (Associazione Bancaria Italiana) ha evidenziato che a ottobre 2024 il tasso medio si è attestato al 3,28%, registrando un calo rispetto al 3,31% di settembre 2024 e un ribasso significativo rispetto al 4,42% di dicembre 2023.

Questa diminuzione di oltre un punto percentuale in meno di un anno, riflette l’effetto combinato della progressiva riduzione dei tassi di riferimento della BCE e delle attese di ulteriori interventi sui tassi nei prossimi mesi. Tale dinamica sta rendendo più accessibile l’acquisto di immobili – anche grazie alla proroga delle agevolazioni per i mutui under 36 – alimentando prospettive positive per il rilancio del settore immobiliare.

Secondo l’Abi, i dati di mercato lasciano supporre che la BCE possa annunciare ulteriori riduzioni dei tassi già dal prossimo mese, più precisamente il 12 dicembre 2024. Una decisione di questo tipo rafforzerebbe il trend di discesa del costo del credito, offrendo maggiore certezza a chi intende investire o acquistare casa. Tuttavia, la piena ripresa della domanda di credito dipenderà dall’evoluzione generale del contesto economico.

Sorridono famiglie e imprese

La prospettiva micro fa sorridere famiglie e imprese: avere denaro in prestito per comprare casa o per finanziare un’attività costa oggi molto meno di un anno fa e le banche stanno addirittura già anticipando i prossimi tagli dei tassi di interesse della Bce.

La prospettiva macro fa riflettere famiglie e imprese: l’economia reale va così lenta che c’è poco da investire e molto da aspettare, tanto che la domanda di prestiti è in calo nonostante il costo del denaro più conveniente rispetto a dodici mesi fa. Paradossi per nulla accademici di una fase in cui è difficile avere certezze.

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Occhio al lungo periodo

Nel lungo periodo però la situazione potrebbe cambiare, soprattutto se si dovessero mantenere le promesse su una politica fiscale ultra-espansiva e una politica commerciale protezionistica con l’introduzione di nuovi dazi.

“Tali misure dovrebbero alimentare nuovamente le pressioni inflazionistiche“, e quindi i tassi potrebbero aumentare nuovamente.