di Silvia Iacono – Si è svolta questa mattina la prima seduta d’insediamento della Commissione regionale antimafia presieduta da Nello Musumeci. Tra gli eletti la scorsa settimana ci sono Giuseppe Arancio, Giorgio Assenza, Salvatore Caputo, Giorgio Ciaccio, Toto Cordaro, Girolamo Fazio, Fabrizio Ferrandelli, Annunziata Luisa Lantieri, Totò Lentini, Giovanni Lo Sciuto, Antonio Malafarina, Gianluca Miccichè, Giuseppe Picciolo e Stefano Zito. Proprio una settimana fa Salvino Caputo è stato però condannato ad 1 anno e 5 mesi di reclusione per tentato abuso d’ufficio e poco dopo, ma contemporaneamente è stato eletto segretario della Commissione Antimafia all’Assemblea Regionale Siciliana. Sono seguite le polemiche del M5S che ha sollevato alcune perplessità sul deputato monrealese e secondo cui vi sarebbero tutti i presupposti per dichiarare la sua ineleggibilità in virtù degli artt.7 e 8 del decreto legislativo 235 del 31 dicembre 2012, i quali non permetterebbero a coloro che hanno riportato condanne definitive per reati previsti anche dall’art. 323 del codice penale (abuso d’ufficio) di ricoprire cariche pubbliche.
La Commissione regionale antimafia si è insediata intorno alle polemiche. Lei cosa ne pensa della decisione di Salvino Caputo di dimettersi della carica di segretario della Commissione?
“Io come presidente prendo atto della volontà di ogni singolo componente. Ho rivolto il mio apprezzamento per questo gesto di responsabilità. Per me non era un atto necessario. In compenso io penso che è stato un atto opportuno. L’onorevole Caputo ha dichiarato di aver rinunciato per consentire al Movimento Cinque stelle di essere rappresentato nell’Ufficio di presidenza”.
Chi ha preso il posto di Salvino Caputo all’interno della Commissione regionale antimafia?
“Giorgio Ciaccio, del M5S di Trapani. Ed è il più giovane componente della Commissione”.
Che scopi si pone questa nuova Commissione regionale antimafia?
“Gli obiettivi della Commissione sono stabiliti dalla legge istitutiva la legge n. 4 del 1991 e sono compiti di vigilanza, indagine in relazione ai flussi di denaro della Regione con un’attenzione anche degli enti regionali. Però la Commissione può anche lavorare per promuovere una cultura della legalità che serva a dare a ciascun cittadino consapevolezza del proprio ruolo improntato al rispetto della legge e delle regole. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio contesto di ostilità nei confronti del fenomeno mafioso e di ogni altra organizzazione criminale. Noi abbiamo intenzione di lavorare per dare protagonismo alla Commissione e sono convinto che riusciremo anche a recuperare con un lavoro serio e concreto quella credibilità che in parte la politica e le istituzioni hanno perso negli ultimi anni”.
Quali sono le proposte presentate durante la prima seduta della Commissione regionale antimafia?
“Una delle proposte è quella cosiddetta ‘ora di legalità’ all’interno dell’orario scolastico. Da alcuni anni io coltivo l’idea che i bambini fin dalle elementari debbano essere educati alla legalità Nel 2007 ho proposto alla Commissione europea, quando ero deputato a Strasburgo proprio l’istituzione dell’ora della legalità da inserire nei programmi didattici. La proposta è in concreto quella di istituire un momento di analisi, studio e riflessione. Questa proposta è stata anche discussa nella passata legislatura, ma noi abbiamo intenzione di rilanciarla e sarà argomento di discussione nella prossima seduta”.
Si è aperto il processo sulla cosiddetta Trattativa Stato-mafia. Lei che idea si è fatta di questo spinoso argomento?
“La richiesta della Regione siciliana di costituirsi parte civile all’interno del processo mi sembra un segnale doveroso, forte e responsabile. Io penso che la prima trattativa Stato e Mafia risale al 1950 quando lo Stato per primo dovette ricorrere alle cosche del Palermitano per tappare la bocca al bandito Giuliano”.
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