La decisione del presidente della Regione Nello Musumeci non si è fatta attendere. Dopo il terremoto politico di ieri pomeriggio in aula nel corso dell’elezione dei grandi elettori dalla quale è uscito con appena 29 preferenze, il governatore aveva annunciato provvedimenti e ieri sera, nel corso di una diretta sulla sua pagina Facebook ha annunciato: “Azzero la Giunta, e non lascio. Non mi dimetto. Raddoppio. Rilancio. So di avere dalla mia parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano”.
Per tutto il pomeriggio si sono rincorse le voci di possibili dimissioni del Governatore che nel suo messaggio chiarisce. “Faremo un esecutivo che deve portarci fino all’ultimo giorno. E andremo avanti, fregandocene di certi mezzucci. Abbiamo bisogno di ristabilire un rapporto tra la giunta e di deputati di coalizione”.
Il governatore ha poi utilizzato termini forti definendo i suoi “cecchini d’aula” come “scappati di casa”, “accattoni che hanno tentato un atto di intimidazione per ottenere posti di sottogoverno”.
“Parlerò con i rappresentanti della maggioranza – ha concluso Musumeci – , qualcuno degli attuali assessori potrebbe restare e vi terrò informati direttamente di quello che accadrà. Non lascio, ci vogliono ben altri ostacoli per farmi desistere e non saranno atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Questo governo non ha padrini e padroni”.
Le parole del presidente hanno suscitato l’immediata reazione di Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’ARS che in una comunicato di ieri sera definisce: “Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni.
Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani.
Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica. Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti.”
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