MUSEO RISO: CAMPO RISPONDE A MICCICHE’
In relazione alle dichiarazioni
rese dall’On Gianfranco Micciche’ il dirigente generale Gesualdo
Campo, ha cosi’ risposto:
“Non ho difficolta’ a confermare i contenuti della conversazione
amichevole con Gianfranco Micciche’, con cui non ho alcun motivo
di polemizzare, ha ritenuto di divulgare. …
In relazione alle dichiarazioni
rese dall’On Gianfranco Micciche’ il dirigente generale Gesualdo
Campo, ha cosi’ risposto:
“Non ho difficolta’ a confermare i contenuti della conversazione
amichevole con Gianfranco Micciche’, con cui non ho alcun motivo
di polemizzare, ha ritenuto di divulgare. Essa e’ avvenuta nei
primissimi mesi del 2010, poco dopo la mia nomina a dirigente
regionale del Dipartimento regionale dei beni culturali e della
identita’ siciliana che ha implicato il mio trasferimento di sede
lavorativa da Catania a Palermo. A quelle date ho detto, in una
conversazione ripeto di natura amicale, all’On. Micciche’ della
mia legittima aspirazione al congiungimento familiare a Palermo,
ipotizzando l’eventualita’ che mia moglie, essendo dirigente
storico d’arte dell’amministrazione regionale con formazione
ottocentista, potesse essere utilizzata al Museo regionale d’arte
moderna e contemporanea di Palermo, istituito con legge regionale
n. 9 del 2002 (art. 18). Poiche’, pero’, detto Museo, come
conferma la dichiarazione rilasciata dall’on. Micciche’, e’ stato
orientato, a prescindere dalla denominazione di legge, solo
sull’arte contemporanea con esclusione della moderna, al punto da
assumere la denominazione de facto “Museo dell’arte contemporanea
di Sicilia”, e’ venuto meno il presupposto dell’ipotesi che in
quella conversazione avevo formulato, non avendo mia moglie alcuna
aspirazione, per le qualificazioni professionale e istituzionale
che riveste, ad occuparsi in via esclusiva d’arte contemporanea.
Mesi dopo, con decreto del Presidente della Regione del 28 giugno
2010, e’ stata attribuita al Dipartimento dei beni culturali e
dell’identita’ siciliana una diversa articolazione che ha
contemplato l’attivazione dei musei interdisciplinari istituiti
dall’art 2 della legge regionale n. 17 del 1991, tra cui quello di
Catania, cosi’ duplicando le postazioni dirigenziali storico
artistiche in quella citta’, in cui il Dipartimento dispone solo
di due dirigenti storici d’arte: Francesca Migneco, dirigente di
II fascia, e Luisa Paladino, dirigente di III fascia. All’una e’
stata attribuita la responsabilita’ del Servizio Museo
interdisciplinare e all’altra, mia moglie, quella dell’Unita’
operativa di base per i beni storico artistici e iconografici del
Servizio Soprintendenza per i beni culturali e ambientali,
postazione che aveva gia’ ricoperto dal 2001 al 2003 e cui si e’
ricandidata, a seguito di atto d’interpello, esclusivamente per
spirito di servizio verso l’amministrazione regionale, accettando
i conseguenti disagi familiari; come gia’ tra il 1999 e il 2001,
quando io fui Soprintendente a Ragusa e lei rimase a prestare
servizio presso il Museo regionale di Messina. Senza alcun
intendimento polemico, desidero informare l’on. Micciche’ che: da
due anni mi prodigo per la costituzione, secondo aspirazioni
condivise da tutte le parti concorrenti, della “Fondazione Riso –
Centro per il contemporaneo in Sicilia”, cui conferire il palazzo
e le collezioni in esso allocate, redigendo apposito emendamento,
concordato con gli Assessori che si sono succeduti, per tutte le
occasioni legislative che si sono presentate: a novembre scorso
tale emendamento e’ stato favorevolmente esitato dalla Commissione
Cultura dell’Assemblea regionale Siciliana e, quindi, giungera’ a
breve in aula nel corpo del disegno di legge di stabilita’
regionale per il 2012; ove l’emendamento fosse approvato,
l’orientamento univocamente contemporaneo delle attivita’ svolte
all’interno di Palazzo Riso non configgerebbe piu’ con la ratio
legis che lo impone “d’arte moderna e contemporanea”; negli ultimi
mesi dello scorso anno mi sono prodigato in piu’ occasioni per
rendere le attivita’ e le aspirazioni della direzione del Museo di
Palazzo Riso compatibili con le normative introdotte a luglio dal
recepimento regionale del Codice degli appalti; i progetti
presentati dalla direzione del Museo di Palazzo Riso, tra primi
ottobre e fine dicembre scorsi, a valere sul PO FESR 2007-2013,
non sono assistiti dalle validazioni prescritte dalla sopraggiunta
normativa, divulgata agli istituti dell’amministrazione con
circolari dello scorso ottobre, senza che ad oggi siano pervenute
le necessarie integrazioni; l’Europa sino al 2010 ha concesso un
margine di errore procedurale del 2%, revocato nel 2011, e, ove si
finanziassero progetti non validati, salterebbero le procedure e i
finanziamenti verrebbero revocati, anche in presenza di
obbligazioni giuridicamente vincolanti che dovrebbero essere
onorate sul bilancio regionale in cui, come noto, non potrebbero
trovare alcuna capienza adeguata, con la conseguenza che
verrebbero maturati debiti fuori bilancio contabilmente
perseguibili dalla Procura della Corte dei Conti; tale fattispecie
ricorre anche nel caso dei lavori finanziati per € 1.100.000 e
appaltati nel lontano 2005, consegnati a gennaio 2006 e sospesi
dal 31 luglio 2006, esponendo l’amministrazione alle riserve e
alle richieste di risarcimento da parte dell’Impresa, e di
prossima ripresa, che non integrano alcuna sopraelevazione,
culturalmente e normativamente improponibile su un bene culturale
e in centro storico; e’ stato improprio, imprudente, ingeneroso,
ingiusto e finanche calunnioso, quanto alla presunta
sopraelevazione, accusare pubblicamente l’amministrazione di
appartenenza di ritardi che sono, invece, unicamente dovuti alla
incompletezza degli elaborati forniti da chi quelle accuse ha
lanciato, non potendo oggi esimersi dal risponderne: l’episodio in
questione non puo’ costituire, infatti, un precedente che
paradossalmente legittimerebbe qualunque altro dirigente di
struttura intermedia ad analogamente sospendere nei confronti del
pubblico le attivita’ cui e’ preposto con il conseguente
disfacimento dell’amministrazione che nessuno puo’ auspicare.
Rassicuro, infine, l’on. Micciche’ che il compito che ho svolto
anche in questa occasione e che svolgo e’ di garanzia della
legittimita’ dell’operato delle strutture intermedie del
Dipartimento che ho onore ed oneri di dirigere, senza alcun
intendimento personalistico e per non disperdere risorse che il
contribuente regionale, nazionale o europeo ci ha affidato”.
131516 Gen 12 NNNN
(Regione Sicilia)