Muovi Palermo ha inaugurato il MOSAICO dei caduti di Mafia

E’ stato inaugurato stamattina il MOSAICO raffigurante i caduti per mano mafiosa, secondo tassello del progetto dell’associazione Muovi Palermo “Frammenti di memoria condivisa”.

di Marta Genova

E’ stato inaugurato stamattina il MOSAICO raffigurante i caduti per mano mafiosa, secondo tassello del progetto dell’associazione Muovi Palermo “Frammenti di memoria condivisa”. Presenti tra gli altri, al padiglione 19 della cittadella universitaria, il Rettore Roberto Lagalla, il Generale Teo Luzi, Il questore di Palermo Nicola Zito, i familiari delle vittime raffigurate nel mosaico, Ignazio Cutrò, l’imprenditore di Bivona che ha subito diversi atti intimidatori (il primo nel 1999) e ha denunciato e oggi vive sottoscorta in attesa ancora di poter ricominciare a lavorare. Un momento importante , in un giorno particolare , oggi infatti il giornalista assassinato dalla mafia, Mario Francese avrebbe compiuto 86 anni.

Muovi Palermo ha inaugurato il primo MOSAICO, il 19 luglio scorso, al Tribunale di Palermo, in occasione della commemorazione del giudice Paolo Borsellino

Due tasselli importanti quindi, di un progetto ben più ampio, che prevede l’istallazione di pannelli singoli, raffiguranti ognuno un caduto di mafia. I pannelli aranno allocati nei pressi delle scuole più vicine al luogo in cui è avvenuto l’ omicidio.

“Ringraziamo – dicono i ragazzi di Muovi Palermo – l’Università degli studi di Palermo che ha subito sposato l’idea di questa istallazione all’interno della Cittadella, Confindustria, grazie alla quale è stato possibile realizzare il pannello. Non smetteremo mai di ringraziare quanti ci sostengono da più di un anno in quest’ avventura meravigliosa che è per noi, della sfortunatissima “generazione 30”, il poterci avvicinare alle storie di queste persone meravigliose, uomini e donne, bambini, che hanno perso la vita per amore della verità e dell’onestà, che hanno dato la vita, per il loro estremo senso del dovere, a cui è stata strappata la vita semplicemente perché si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. A tutti loro va il nostro ricordo. Il nostro rispetto. E’ giusto “raccontare”, spiegare, insegnare questa parte della nostra storia. E’ questo il senso completo del nostro progetto. Non solo memoria quindi. Speriamo che gli studenti (e chiunque si troverà a passare di lì) soffermandosi davanti al MOSAICO, si porranno delle domande e andranno a cercare le risposte”.