Mostra Trattotempo a Palermo: “Vai non so dove, portami non so che”
Palermo – Inaugurato alla Mondadori Multicenter di Palermo in via Ruggero Settimo 16 la nuova mostra firmata Trattotempo, accompagnata da una presentazione da parte di Fabrizio Pollaci, ideatore del progetto, condotta da Alfonso Catasino.
“Vai non so dove, portami non so che”, questo il titolo della mostra, sarà visitabile, con ingresso libero, all’interno della Sala Conferenze, all’ultimo piano dell’edificio, durante gli orari di apertura del centro e fino a martedì 31 dicembre.
Trattotempo è una realtà che opera in modo originale nel contesto del design italiano e internazionale. Pollaci, art-designer palermitano classe ’85, tornato ad operare nella sua città natale dopo alcuni anni a Milano, capitale del design italiano, presenta “Made in”, la sua ormai famosa collezione di orologi da parete fatti a mano, arricchita continuamente di nuovi modelli.
Si tratta di prodotti unici per natura: i quadranti sono tutti ottenuti mediante una stessa tecnica, il riempimento di uno stampo e il successivo indurimento del materiale utilizzato. Quindi, oltre alla tecnica di lavorazione utilizzata, anche la forma finale risulta invariata. Ciò che invece cambia è il materiale impiegato. La tecnica scelta è infatti applicabile a tantissime soluzioni: si va dai materiali tradizionali, come il gesso, vari tipi di cera, l’argilla, fino a sperimentazioni più ricercate, come quelle su sabbia, caffè riciclato o segatura. La collezione di orologi da parete Trattotempo conta più di venti diversi materiali; ma la vastità di soluzioni è in effetti molto maggiore: basti pensare a tutte le varietà disponibili in natura per ciascun materiale considerato. Come ad esempio la sabbia: ogni spiaggia, ogni deserto, ne ha una unica per colore, dimensione dei granelli e composizione. E lo stesso vale per materiali come la carta, la terra o i trucioli di legno.
Come sia possibile racchiudere questi materiali in una forma compatta è un segreto, anzi decine di segreti, perché per la realizzazione di ciascun orologio è stata messa appunto una precisa ricetta, che tiene conto di dosi, tempi e condizioni ambientali. Al pubblico rimane la possibilità di apprezzare un oggetto al contempo uguale ai suoi fratelli, e unico.
“Attraverso il progetto di Trattotempo desidero descrivere una mia particolare visione della più preziosa delle nostre risorse: il tempo.
Credo che oggi non ne siamo più pienamente padroni, non mi riferisco soltanto al vivere sempre di corsa, tra mille impegni uno più urgente dell’altro. Mi riferisco anche, e forse soprattutto, al fatto che abbiamo smarrito la consapevolezza di ciò che è importante, e del tempo che servirebbe dedicare alle cose importanti. Spesso ci perdiamo nella routine, viviamo giorno per giorno le stesse esperienze, e se succede qualcosa di nuovo lo viviamo con uno spirito vecchio. La sterminata varietà di esperienze a nostra disposizione ci sfugge via senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
Io credo che la chiave per raggiungere la serenità oggi sia affidarsi alla nostra Natura, ai tempi che ci detta. Ricalcoliamo il tempo che concediamo alle nostre attività, e viviamo con consapevolezza. Le esperienze, sin dalle più banali, vanno vissute in profondità, senza correre troppo, senza nemmeno adagiarsi, con cura, dedizione e attenzione.
E allora la produzione di Trattotempo rispetta i tempi della Natura. Ogni diverso materiale racconta se stesso, le proprie peculiarità, le proprie varietà, la propria naturalezza, ciascuno trasmette un concetto: riappropriamoci del nostro tempo, riappropriamoci della nostra Natura. Ogni orologio ha come nome il tempo servito per la sua realizzazione: “Made in” non indica più il luogo in cui è fatto un oggetto; no, preferisco concentrarmi sul tempo servito alla sua realizzazione. E questo tempo indica il tempo naturale di indurimento del materiale, io non posso certo mettergli fretta. È quello e basta.”