Morto Marchionne, il manager della Fiat è morto a Zurigo questa mattina dopo alcuni giorni di coma irreversibile. Sergio Marchionne, 66 anni, era ricoverato da alcune settimane ancora ignoti i motivi dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Il gruppo Fca, in un comunicato ufficiale emesso sabato pomeriggio, aveva confermato che le sue condizioni di salute erano gravissime: «Non potrà riprendere la sua attività lavorativa», si leggeva nella nota.
Entrato in clinica per un intervento alla spalla subito il 28 giugno, aveva avuto complicazioni inattese e gravissime, che lo avevano costretto in uno stato di coma irreversibile a partire da venerdì.
Al suo posto, in Fiat-Chrysler è subentrato come amministratore delegato il britannico Mike Manley, mentre la carica in Ferrari è passata a carica a Louis Carey Camilleri.
Amministratore delegato del gruppo negli ultimi 14 anni di Fiat, ottenne la carica nel 2004, a pochi giorni dalla morte di Umberto Agnelli, il primo a credere in lui tanto da cooptarlo in Consiglio di amministrazione.
Marchionne era nato a Chieti, Abruzzo, nel 1952. Il padre, maresciallo dei Carabinieri, trasferì in Canada dopo la pensione per cominciare una nuova vita. La madre era di origini dalmate (Maria Zuccon). Prende tre lauree (Filosofia, Economia, Giurisprudenza) più un master in Business Administration.
Nel 2002 passa alla guida della ginevrina Sgs, colosso dei sistemi di certificazione che vede fra gli azionisti di controllo la famiglia Agnelli ed è in Svizzera che Marchionne si costruisce una rete di relazioni che contano. Due anni dopo arriva la nomina a Ceo.
Nel 2014 prende il timone anche della Ferrari guidata da oltre 20 anni da Montezemolo. Si tratta di una svolta inattesa, non senza un durissimo braccio di ferro tra i due che si conclude con l’estromissione del top manager che aveva rilanciato il marchio portando alla vittoria il Cavallino nel campionato di Formula Uno nel 2000.
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