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Morto il boss Matteo Messina Denaro: dall’arresto al riconoscimento della figlia

L’AQUILA (ITALPRESS) – E’ morto il boss mafioso Matteo Messina Denaro. L’uomo, 61 anni, si è spento all’ospedale dell’Aquila dove si trovava ricoverato per un cancro al colon, dopo che dallo scorso venerdì era in come irreversibile. L’esponente mafioso era stato arrestato il 16 gennaio scorso in una clinica di Palermo dopo trenta anni di latitanza.

Era il 16 gennaio 2023, quando il boss Matteo Messina Denaro veniva arrestato, dopo 30 anni di latitanza, dai Carabinieri del Ros presso la clinica Maddalena di Palermo. Dopo l’arresto, l’attenzione degli inquirenti si concentrano sul primo covo del boss – in vicolo San Vito, ex via CB31- nel cuore di Campobello di Mazara, nel Trapanese. Lì gli uomini de reparto del Ros hanno rinvenuto profumi costosi, scarpe di marca, vestiti di lusso, un frigo pieno di vivande e tante ricevute e scontrini ma anche una biografia di Putin e biglietti aerei intestati ad Andrea Bonafede. Insieme ai diversi oggetti, c’erano anche cartelle cliniche, referti medici e un’agenda in cui appuntava date, pensieri e riflessioni indirizzate alla figlia Lorenza che ha riconosciuto poco prima di morire.

Tra gli oggetti ritrovati anche un libro mastro contenente numeri con entrate e uscite, ma anche con sigle. Il covo era circondato da tante abitazioni, palazzi, negozi, un rivenditore di automobili, bar e benzinai. In fondo alla stessa via di accesso, una palestra. La casa era intestata ad Andrea Bonafede, geometra. Pochi giorni dopo viene rinvenuto il secondo covo dell’ex latitante – via Maggiore Toselli 34, a 300 metri dal primo – i Carabinieri del Ros perquisiscono l’abitazione del vero Andrea Bonafede, geometra, 59 anni, che ha prestato la propria identità al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. L’abitazione, che si trova a pochi metri in linea d’aria dal secondo bunker, è stato posto sotto sequestro.

E’ di proprietà di Errico Risalvato e sarebbe stato utilizzato dal Boss poco prima di trasferirsi in vicolo San Vito. Si tratta di una stanza blindata ben nascosta. Un terzo covo viene rinvenuto in via San Giovanni 260, a circa 300 metri dalla prima abitazione. Vengono effettuate perquisizioni in tutta Campobello di Mazara, nel corso delle indagini a seguito della cattura del super boss. Viene ispezionata l’abitazione dell’avvocato Antonio Messina, in Via Selinunte, che dista circa 800 metri da terzo covo e di fronte all’abitazione di Salvatore Messina Denaro, fratello del boss.

Viene perquisita anche l’abitazione estiva dell’avvocato, a Torretta Granitola e un altro immobile in via Galileo Galilei, sempre a Campobello di Mazara. Il 21 gennaio viene ritrovata l’autovettura del boss Matteo Messina Denaro. Si trovava all’interno di un cortile, nei pressi del terzo covo, a Campobello di Mazara, in Via San Giovanni, e a 300 metri dal primo, di fronte l’abitazione di Giovanni Luppino. Si trattava di un’Alfa Romeo nera, modello “Giulietta” la cui chiave era stata ritrovata nel borsello di Matteo Messina Denaro al momento dell’arresto. Era parcheggiata sotto una tettoia in cui vi erano anche attrezzi agricoli, camion e trattori parcheggiati.

L’auto è immatricolata nel 2020, regolarmente assicurata e appartenente a Giuseppa Cicio, madre di Andrea Bonafede, prestanome del boss. L’Alfa Romeo Giulietta nera del boss Matteo Messina Denaro viene ripresa da diverse telecamere installate all’esterno del Palazzo Municipale a Campobello di Mazara. E’ accaduto nei giorni prima dell’arresto, cioè sabato 14 gennaio alle ore 11 circa e domenica 15 alle ore 13.50 circa.

Foto: Agenzia Fotogramma

Redazione

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